Review Party: Recensione di “Il detective fantasma” di Vanessa S. Riley

A causa di un “disguido burocratico”, Jack Wyte si è ritrovato improvvisamente nella condizione di fantasma. Ma la sua morte è solo l’inizio e solo uno dei fatti inspiegabili che stanno capitando nel mondo. Pensando invano di essere scampato all’impiego che aveva in vita, l’Uomo del crocevia gli concede un’opportunità: aiutare come fantasma coloro che si ritrovano invischiati nelle indagini, un miscuglio tra terreno e ciò che si trova oltre.

Vanessa S. Riley non è di certo un’autrice che si perde in inutili convenevoli. La sua narrazione diretta e tagliente ci conduce in un giallo che abbraccia gli elementi paranormali, regalando una vicenda di grande intrattenimento, molto scorrevole e intrigante nei suoi particolari.

Le descrizioni e le introspezioni sono ridotte all’osso in favore di una storia dinamica e fin da subito nel cuore dell’azione, che non manca nonostante questo nel far affezionare ai personaggi. Le città dove prende forma la trama possiedono quegli elementi chiave che fanno capire fin da subito dove ci si trova, calando nella giusta atmosfera il pubblico. Per noi italiani è di certo divertente gustarsi le parti ambientate nella penisola, potendo constatare come il tutto sia realistico e al posto giusto.

Ogni nome presentato ha un suo volto delineato con un certo umorismo, esattamente come le vite personali e le stesse vicende in cui man mano tutti si ritrovano. Oltre a Jack Wyte, che rimane il mio preferito, la detective Jamaica si ritrova coinvolta contro il suo volere nella risoluzione degli omicidi, vincolata a doppio filo con la sua capacità di vedere il sovrannaturale. Si respira, attraverso i loro occhi, un clima di terrore sempre più crescente, un sentore inquietante che si fa sempre più forte man mano che il mistero s’infittisce e si è costretti ad andare ancora più in profondità.

S’indaga non solo sul valore della vita ma anche sul significato della morte stessa, che può non essere una fine ma il proseguo di qualcosa che può trasformarsi in riscatto. Il quotidiano di Jack lo porta addirittura a pensare che sia un sollievo non essere più lì con gli umani, opinione che verrà smentita a sue spese, quando si ritroverà faccia a faccia con ciò che comporta essere un fantasma. È una lettura che in questo si rivela illuminante oltre che piacevole. Gli indizi sparsi qua e là portano a porsi domande che trovano sorprendenti risposte e impediscono d’interrompere la lettura.

Tra gotico, noir e investigativo, “Il detective fantasma” è stata una lettura inaspettatamente piacevole, che ha saputo superare le aspettative e coinvolgermi in un gioco mentale in cui è difficile intuire chi la spunterà, anche di fronte al Tentatore in persona.

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