Review Party: Recensione di “L’uomo di latta” di Sarah Winman

Entrare in possesso di un tesoro d’arte inestimabile non è cosa da tutti i giorni. Questo significa per Dora, quando vince a una riffa la riproduzione di un Van Gogh che, senza saperlo, sarà simbolo di un’evoluzione che avrà come centro suo figlio.

Ellis, unito indissolubilmente a Annie e Michael. Tre anime ben distinte, apparentemente differenti ma con un denominatore comune che li legherà per sempre.

Una vita, fatta come tutte di alti e bassi, che però ha davvero qualcosa da insegnare e comunicare.

Non conoscevo Sarah Winman e devo ammettere che è stata un’autentica sorpresa. Informandomi sul suo conto ho scoperto quanto già sia ampiamente apprezzata per i suoi due precedenti libri e, ora, posso entrare a far parte di coloro che la conoscono e l’apprezzano.

L’autrice è riuscita a compattare in poche pagine un’intensa storia di amore, amicizia, famiglia e dolore, conquistando istantaneamente il mio cuore, prendendo le mie emozioni e tirandole in ogni direzione.

La Winman è molto brava nel descrivere ambientazioni e personaggi in modo conciso ma particolarmente chiaro, senza necessità di fronzoli o preamboli, in modo tale da entrare subito nel cuore di ciò che sente la necessità di raccontare. Il tutto con una delicatezza disarmante che amplifica ancora di più l’intensità che si respira tra le pagine.

Il risultato è un racconto che porta il lettore alla continua ricerca di una propria identità, attraverso decisioni personali e il supporto degli altri, verso la felicità e un posto nel mondo, a cui tutti per natura vogliono ambire.

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