Review Party: Recensione di “Ricordami nell’acqua” di Eloisa Donadelli

Quando arriva il giorno dei morti, Neve sente più che mai l’attaccamento ai suoi fantasmi, a quel padre scomparso sulle Alpi durante un’escursione e ai ricordi legati alla sua terra d’origine. Per lei ormai Milano non rappresenta più nulla: lasciandola sa che oltre a sé stessa libererà il marito Rocco dal peso di un figlio che non arriverà mai.

Tornare tra le sue montagne, quelle che l’hanno fatta sognare da bambina, le farà riscoprire le meraviglie del mondo, necessarie ad affrontare un lutto mai rielaborato e una mancanza mai sperimentata ma incolmabile, che grida il dolore di un desiderio irrealizzabile.

“Ricordami nell’acqua” è un romanzo che colpisce allo stomaco per l’intensità dei temi trattati e per la delicatezza quasi reverenziale con cui questi vengono esplicati. Non conoscevo prima Eloisa Donadelli, ma sento che con i suoi romanzi avrò d’ora in poi un’intesa speciale, perché con il suo stile poetico ed evocativo sa arrivare al cuore di ogni lettore in un modo totalmente differente e personale.

La storia di Neve punge nel vivo chiunque, sia chi ha sperimentato ciò che ha passato lei, ma anche chi è dotato di quella sensibilità che può far empatizzare con fatti che purtroppo accadono ma che speriamo di non dover mai affrontare. Uno di questi purtroppo è la perdita di una persona cara, un dolore che io per prima ho paura di provare perché non sono certa di sapere come superarlo. Neve lo fa tornando sui luoghi dell’infanzia e ricordando tutti gli insegnamenti del padre, che in qualche modo la rendono la donna che è ora. Spesso ci si dimentica delle orme di chi ci precede e capita di perdersi sul cammino della vita, ma quelle memorie tanto recondite e preziose possono aiutare a tornare a respirare, a tornare finalmente a vivere.

Ancora più complesso, secondo me, è affrontare l’incapacità di poter avere figli nonostante lo si desideri profondamente. Mi è capitato in passato di leggere di questo stesso tema con la Mazzantini ed è ogni volta straziante entrare nella mente di una donna che arriva a sentirsi inutile perché non in grado di mettere al mondo un figlio. La Donadelli tratta l’argomento da un punto di vista personale e non sociale: se da un lato una donna può vedere l’essere madre come un’imposizione dall’alto, dall’altro c’è il desiderio intrinseco di vivere la maternità per sé stesse, com’è giusto che sia. Questa incapacità è vista come un vero e proprio lutto: accostarlo a una perdita “reale” fa emergere ancora di più il dramma che si può vivere quando è la natura a voler strappare via un’opportunità senza alternativa alcuna, quella stessa natura che Neve ama intensamente e di cui in parte ne prende anche il nome. La donna riscopre l’amore per la famiglia ancora una volta attraverso i ricordi legati a essa, alle generazioni che l’hanno preceduta con le proprie tradizioni e i propri riti e che l’hanno spronata a perseguire con determinazione i propri sogni. Raggiungerli è come scalare una montagna ed esplorarla, come papà Dino amava fare: faticoso e rischioso ma al tempo stesso appassionante e soddisfacente.

“Ricordami nell’acqua” è un romanzo commovente e intenso, che vince nell’intento di far pace con gli eventi negativi della vita e far riscoprire ciò per cui vale la pena ambire ogni giorno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *