Review Party: Recensione di “Il gioiello della corona” di Paul Scott

L’India è il paese che è sempre stato definito “il gioiello della corona” da quando è finito sotto il controllo dell’impero britannico. Tra le bellezze tipiche che sono in grado di togliere a chiunque il fiato, è in corso però un clima di forte tensione dato dal desiderio degli indipendentisti di staccarsi dal governo dell’Inghilterra.

Qui, però, ha anche luogo un incontro magico, quello tra l’inglese Daphne Manners e l’indiano Hari Kumar. La differenza di etnia porta i due a dover nascondere la propria relazione nonostante i forti sentimenti. Quando però la donna viene violentata, questo viene preso dalle forze inglesi locali come pretesto per agire contro il popolo indiano, dando così inizio a una serie interminabile di drammi, lotte e ingiustizie che vanno a creare uno spaccato storico molto importante ma non così tanto approfondito.

Leggere “Il gioiello della corona” è stato davvero complesso e impegnativo. Fin da subito, l’autore immerge chi legge in un’atmosfera esotica e al tempo stesso di terrore e tensione, con descrizioni minuziose che necessitano di tutta l’attenzione possibile. Questo rallenta la narrazione ma al tempo stesso ne fortifica le fondamenta, perché delinea chiaramente il contesto storico di metà 900. L’intento di Scott è quello di creare una storia che possa denunciare ciò che a prescindere di negativo è successo in India in quel periodo, cercando di trasmettere quanto l’occupazione inglese sia stata ingombrante, tanto da limitare la libertà della popolazione locale, soffocandone la stessa cultura. Il suo infatti non è un romanzo volto a esaltare una parte piuttosto che l’altra, ma ha l’intento di mostrare l’umanità e le persone che hanno vissuto sulla propria pelle dolori indicibili. Paul Scott ha uno stile di scrittura accurato ed eccellente, grazie a cui ha creato un’opera commovente che sfida gli interessi politici per far emergere l’amore di cui tutti dovrebbero essere dotati.

Review Party: Recensione di “Cuori arcani” di Melissa Panarello

Con la morte della nonna Angela, la giovane Greta non ha più nessuno su cui fare affidamento. Costretta a lasciare la loro casa a Catania, la ragazza porta con sé ciò che più di tutto era prezioso per la donna, un mazzo di tarocchi che sembrerebbe nascondere un mistico potere. Raggiunta la sua nuova casa, Greta fa la conoscenza di Arturo, un ragazzo misterioso che avrà un ascendente particolare su di lei.

Nel suo nuovo romanzo, “Cuori arcani”, Melissa Panarello illustra una situazione di vita in cui dei tragici avvenimenti portano una persona a rifugiarsi nella solitudine, non avendo più nessuno al mondo se non i ricordi legati a qualcuno di caro che è scomparso. Greta è convinta proprio di questo: per quanto sarà difficile cavarsela da sola, sa che non potrà più fare affidamento su nessuno. Ma non sa ancora che sul suo cammino arriverà Arturo e le sconvolgerà le giornate in un modo che lei mai si sarebbe aspettata. 

Una storia d’amore sul punto di sbocciare si interseca con un’atmosfera pregna di mistero data da parole non dette e un passato enigmatico, un mix che mi ha istantaneamente colpito e sorprendentemente conquistato, nonostante l’autrice si soffermi su questo solo a livello superficiale. Quando si parla di esoterismo sono sempre in prima fila, ho davvero un debole per l’occulto e sono rimasta piacevolmente meravigliata di poter leggere un’opera di questo tipo scritta da un’autrice italiana. Pur non trattandosi di un fantasy, questo particolare aspetto diventa metafora di una vita che ha subito profondi cambiamenti e che sta intraprendendo un viaggio verso un nuovo equilibrio e verso il benessere interiore.

Proprio per questo, Greta si attacca a quel mazzo di tarocchi preso in eredità dalla nonna, che l’aiuteranno in qualche modo a fare chiarezza sul passato per trovare all’orizzonte un futuro sereno. Ben congegnata l’idea di dare a ogni capitolo il nome di uno degli arcani maggiori, aumentando il misticismo e immergendo ancora di più nella lettura.

Review Party: Recensione di “Quello che si salva” di Silvia Celani

Flavia ha dovuto crescere in fretta per poter stare accanto al fratellino mentre la madre aveva ben altri pensieri rispetto al suo dovere di genitore. Così, la sua vita è sempre stata di corsa, dietro ai problemi degli altri, senza mai pensare a sé stessa e ai suoi sogni. Anche Nonna Luli ha dovuto crescere in fretta, a causa di una guerra che ha prima diviso la sua famiglia e poi l’ha lanciata insieme a tanti altri giovani in mezzo a un campo di battaglia. Per una libertà tanto desiderata ma sepolta dietro a cumuli di illusioni. La vista improvvisa e imprevista di un particolare “servivon” sulla locandina appesa all’entrata di una casa d’aste di Roma, farà tornare Giulia indietro nel tempo con la mente, per raccontare alla nipote quanto quell’oggetto sia prezioso e vitale per lei. Come colui che, proprio in mezzo agli orrori, gliel’ha donato riportando amore e speranza nella sua vita.

Quando intraprendo una lettura alla cieca, decidendo di non leggere nulla sul suo conto, nemmeno la trama, molto spesso rimango sorpresa da come le apparenze davvero ingannino e in positivo. Questo è ciò che è capitato con il nuovo romanzo di Silvia Celani, che mi ha trasmesso subito una sensazione di delicatezza apparente che nel giro di poche pagine si è trasformata in tensione e timore, un continuo galoppare del cuore come se dovessi io lottare contro il tempo passato e presente. L’autrice ha uno stile di scrittura che racchiude in sé quella delicatezza che successivamente ho tanto desiderato, esponendo anche i fatti più crudi, trasmettendo il dramma ma senza infierire. Posso assicurare che, anche così facendo, leggere certi passaggi della vita di Giulia ha fatto male come una ferita aperta. Ho avuto una stretta allo stomaco per tutta la lettura, incapace di controllare i sentimenti provati e senza potermi staccare dal suo tuffo nei ricordi per raccontare la sua storia, quella legata a Leone e a quella preziosa trottola che ora le è piombata davanti agli occhi in un modo totalmente inaspettato. Flavia ascolta colei che ritiene essere una nonna e la persona più importante, cercando in qualche modo di trasmetterle tutto il dispiacere e il conforto di cui ha bisogno, scavando nelle sue parole esattamente come il lettore per capire davvero cosa la leghi a quell’oggetto. Ha così inizio un’epopea spirituale che di gioioso ha ben poco, che trasforma un essere umano plasmandolo nel dolore senza che però possa perdere la speranza nella vita e nel futuro. La dualità tra Giulia e Flavia fa comprendere quanto le donne siano una vera forza della natura, in grado di affrontare qualsiasi difficoltà uscendone ferite ma mai a testa bassa: è proprio così che un oggetto all’apparenza insignificante può diventare una salda roccia a cui aggrapparsi, salvando ciò che c’è di buono nell’anima elevandolo e proteggendolo dai colpi inferti.

“Quello che si salva” è un romanzo intenso che finisce per entrare nel cuore dei lettori, espandendosi in tutto il corpo, irradiandolo e fortificandolo attraverso il potere dell’amore e dei ricordi più belli, anche in mezzo ai drammi più grandi che la vita può farci affrontare.

Review Party: Recensione di “A un millimetro di cuore” di Massimo Bisotti

Per Meg, affrontare la rottura con Demian è più difficile di quanto pensasse. Da tempo era consapevole che le cose non andassero più come una volta, ma l’abbandono improvviso del ragazzo, che senza dire nulla se ne è andato dalla loro casa, è stato per lei un duro colpo. Da sola non riesce a farcela ed è per questo che inizia una serie di sedute con la psichiatra Evelyn, un percorso volto ad analizzare la sua storia d’amore e ad aiutarla con una nuova partenza e una nuova vita.

In “A un millimetro di cuore” si assiste al lento ma inesorabile tracollo che molte coppie nella realtà si trovano a dover affrontare, a causa del tempo, delle insoddisfazioni e delle piccole attenzioni che le abitudini hanno cancellato. Questo percorso porta a fare un’analisi interiore su tutto il cammino affrontato insieme, dal primo istante nel passato fino all’ultimo nel presente.

L’autore ha uno stile di scrittura scorrevole che rende la lettura leggera e godibile nonostante la tematica trattata e un’atmosfera di costante tristezza che serpeggia tra una pagina e l’altra.

Sono rimasta subito colpita dalla storia di Bisotti, perché quella da lui scritta è una vicenda che mi tocca nel profondo, avendo dovuto io stessa iniziare un percorso di sostegno psicologico quando ne ho avuto la necessità. Ci sono momenti nella vita in cui pensare al futuro diventa difficile, quasi impossibile, ma è grazie ai propri sogni che mai si spengono se si può intravedere un barlume di luce in fondo al tunnel.

Certo è che bisogna evitare di trasformare i propri sogni in una gabbia in cui rifugiarsi ed è proprio questo che capita alla donna: bloccata in sé non è mai riuscita davvero ad aprirsi agli altri, nemmeno al proprio compagno di vita. Demian ha sempre fatto in modo di riportarla alla realtà, standole vicino in ogni modo possibile, offrendole amore e concretezza piuttosto che illusioni e fantasie.

I sentimenti negativi provati da Meg affondano nell’animo del lettore, che si sente influenzato da ciò che lei sta affrontando, ricordando ciò che personalmente a ognuno è capitato. Il romanzo scava pagina dopo pagina, lasciando un buco profondo che solo attraverso le sue stesse parole può essere di nuovo riempito. Sono stata rapita molto facilmente dai pensieri della protagonista, perché sono riuscita subito a capire i suoi tormenti e le difficoltà di superarli cambiando il modo di pensare. La mente, soprattutto in periodi bui, gioca scherzi che mai ci aspetteremmo ed è poi difficile vedere il mondo con i giusti colori, piuttosto che sbiaditi o nascosti dietro a un velo invisibile.

“A un millimetro di cuore” tocca la sensibilità del lettore, sconvolgendone i canoni per poche ore e dando non per ultimo un messaggio pieno di amore e di speranza per il futuro.

Blog Tour: “Un respiro nella neve” di Mary Higgins Clark & Alafair Burke – I personaggi

In occasione dell’uscita del libro “Un respiro nella neve” di Mary Higgins Clark e Alafair Burke, indaghiamo quest’oggi quelli che sono i personaggi cardine della vicenda che ruotano attorno all’omicidio della sventurata Virginia Wakeling.

Colei che si sente più coinvolta in questo caso di omicidio irrisolto è Laurie Moran, moglie, madre e celebre per la conduzione di “Under Suspicion”, uno show televisivo dedicato ai cold case di cronaca nera, eventi tragici che non hanno mai trovato risposta. Mai si sarebbe aspettata un caso tanto complesso da analizzare, soprattutto per la miriade di particolari e la quantità insolita di sospettati. 

Grazie all’aiuto del presentatore Ryan Nichols e alla sua squadra d’investigazione, inizierà per lei uno dei periodi più impegnativi della sua carriera.

Ma chi è la vittima? Ricca e benestante donna del posto, Virginia e quella sera si trovata al Metropolitan Museum per una classica serata di galà. Il primo sospettato è il suo compagno, Ivan Gray, di venti anni più giovane. E’ grazie a lei se ha potuto ricevere i fondi per aprire e finanziare la palestra dove svolge l’attività di personal trainer. L’insistenza di lui nel volerla sposare ha sempre creato sospetti nella famiglia della donna: i figli e tutti gli altri erano convinti che un fidanzamento così particolare sarebbe stato utile solo per Gray, in quanto con il matrimonio avrebbe ottenuto tutta la fortuna di Virginia.

A fronte di ciò, è proprio Ryan Nichols che lotta, non senza arroganza, per far sì che Laurie si interessi al caso, in quanto lui e Ivan sono amici di vecchia data.

La famiglia Wakeling tutta viene così coinvolta nelle indagini, in una spirale sempre più fitta e inquietante di dichiarazioni. Ognuno ha qualcosa da dire sulla condotta di Virginia e sul rapporto con lei avuto e ogni parola diventa preziosa per Laurie che affonda sempre più la sua attenzione nella vicenda.

Particolarità dell’autrice è stata quella di architettare una trama che avesse al suo interno una moltitudine di personaggi, che aumentano la forza del libro attraverso dei contrasti interni e imprevedibili, che incuriosiscono il lettore che vuole assolutamente capire come la storia andrà a finire.