Review Party: Recensione di “L’ultima nave per Tangeri” di Kevin Barry

La città di Algeciras è nota per le bellezze del paesaggio e la suggestiva atmosfera data dalla vita di porto. Ciò, però, non suscita l’interesse dei due irlandesi Maurice Hearne e Charlie Redmond, amici e colleghi di vecchia data, uniti dal ricordo di una vita allo sbando, pieno di criminalità e ogni genere di bassezza. Ora, con il peso degli anni sulle spalle, osservano le navi che salpano o giungono al porto, alla ricerca della figlia di Maurice, misteriosamente andata lontano. Continue reading

Review Party: Recensione di “Midnight Sun” di Stephenie Meyer

Questo è il momento più opportuno per ammettere che la saga di Twilight ha in parte segnato la mia carriera di lettrice. Questo perché a cavallo tra le medie e il liceo già avevo a che fare con la letteratura legata all’universo dei vampiri e il primo libro di Stephenie Meyer lo lessi in tempi non sospetti, suscitando l’entusiasmo di chi mi conosceva quando venne annunciato il film. La saga è stato un tramite per creare nuove amicizie e alcuni dei ricordi legati a essa sono ancora cari in me. Continue reading

Review Party: Recensione di “Il gioco della vita” di Mazo de la Roche

“Il gioco della vita” è il secondo capitolo della saga famigliare più nota di Mazo de la Roche, che grazie a “Jalna” è riuscita a conquistare il pubblico nel corso degli anni, attraverso una storia ricca di avvenimenti, emozioni e personaggi concreti e imprevedibili.
Tornare tra i paesaggi canadesi equivale a respirare a pieni polmoni un’aria fresca, pulita, che sa di casa e focolare famigliare, con tutto ciò che questo comporta. Ora, la famiglia Whiteoak si trova a dover fare i conti con gli stravolgimenti accaduti precedentemente e trovano la forza attraverso le solide mura della loro dimora, non solo fisicamente ma anche spiritualmente. Tra sparizioni, fallimenti e allontanamenti fa capolino più approfonditamente la figura di Finch, che pur subendo angherie e ingiustizie trova in Adeline e Augusta delle valide ma inaspettate confidenti. Alla ricerca dei propri obiettivi di vita, il giovane dovrà perdersi e ritrovarsi più volte e andando a cercare un sogno da perseguire potrebbe incappare in risvolti e persone che mai avrebbe potuto calcolare.
Punto fermo di questa serie di libri è sicuramente la narrazione di Mazo de la Roche, che con naturalezza, precisione e un pizzico di ironia spiana la strada ai suoi personaggi, palesando un sano divertimento nel vederli interagire tra loro. Il cuore pulsante di tutto rimane la dimora di Jalna, che ha come un’influenza magica sui Whiteoak, che ne rimangono inconsciamente attratti e legati, come se qualcosa di mistico li facesse alla fine di tutto riportare lì. Ogni personaggio ha una caratterizzazione curata e soprattutto credibile, è impossibile non affezionarsi a ognuno di loro, anche se nonna Adeline si riconferma essere tra i miei preferiti, ho proprio un debole per lei. Tutte le vicende e coloro che vi gravitano attorno mutano, proprio come il paesaggio attorno a loro che si modifica con il passare dell’anno, passando dai colori freddi ai colori caldi in un’atmosfera frenetica che contrasta la pace del luogo.
“Il gioco della vita” è un seguito degno che lascia spazio al lettore di ipotizzare come andranno avanti le vicende, di cui non vedo assolutamente l’ora di scoprirne il futuro nei successivi capitoli. 

Review Party: Recensione di “Il capofamiglia” di Ivy Compton-Burnett

Duncan Edgeworth è colui che può essere definito il capofamiglia perfetto: marito insensibile, padre-padrone, criptico in qualsiasi decisione da prendere. La famiglia Edgeworth vive il quotidiano in relazione all’uomo, gustandosi la normalità di ogni singolo giorno, dando vita però a una serie di scontri verbali subdoli e sottintesi che non annoiano di certo chi gira intorno alla sua figura. La normalità, però, viene sconvolta da un lutto improvviso, quello della moglie Ellen, che metterà a repentaglio lo status quo di tutti loro, rovesciando le apparenze e i falsi buonismi.
Con “Il capofamiglia”, Ivy Compton-Burnett descrive con cura e raffinatezza una condizione famigliare distorta e deviata, in cui le reali intenzioni dei personaggi coinvolti prendono il sopravvento attraverso la calma apparente, fino a sfociare in un fiume in piena. Anche la scena più convenzionalmente cordiale viene qui riscritta sotto un punto di vista inaspettato che fa cambiare al lettore continuamente prospettiva e nel complesso è portato a riflettere e a mettere in discussione qualunque cosa presentata. I rapporti tra i famigliari sono costantemente in tensione, ciò dà ritmo alla narrazione e fa in modo che una trama apparentemente semplice coinvolga e incuriosisca.
Il lutto è un evento che spacca definitivamente la vita degli Edgeworth, tanto forte quanto inaspettato, squarcia le menti di Duncan e delle figlie che si risvegliano come da un lungo sonno spaesati dalle proprie sensazioni e dai propri nuovi intenti. Sentendosi più energici che mai, anche se distrutti dal dolore interiormente, faranno di tutto per prendersi ciò che pensano sia proprio. Nance e Sybil, guidate dall’egoismo, non accettano che il padre possa rifarsi una nuova vita accanto a una donna a loro sconosciuta, che non mancherà di far sentire la propria presenza sminuendo spudoratamente chi l’ha preceduta. 
Ben presto l’atmosfera diventa grottesca, quasi surreale, in un sali e scendi da capogiro che rende la lettura piacevole e nel complesso inaspettata.

Review Party: Recensione di “La ragazza con la macchina da scrivere” di Desy Icardi

Ci sono eventi della vita cui una persona può assistere solo guardando dall’esterno, perché è impossibile comprendere come sia passarli in prima persona.

Dalia è sempre stata una donna attiva e libera, eppure ora con la vecchiaia un ictus l’ha imprigionata nel suo stesso corpo. Ma qualcosa di prezioso può dare voce ai suoi pensieri e ricordi: muovere i polpastrelli sulla sua Olivetti e lasciare che le parole prendano forma attraverso la scrittura.

Così, entriamo in contatto con la Dalia del passato, una donna che dal presente si evince essere sempre stata forte e che dalle difficoltà ha imparato a rialzarsi ogni volta senza mai darsi per vinta. Dalia diventa così un punto di riferimento per trovare in sé stessi il coraggio di inseguire i propri desideri affrontando le paure per l’ignoto sempre a testa alta.

Il contesto storico in cui la storia è ambientata è ben definito e costruisce una cornice attorno alla vita della protagonista senza invadere il fulcro ma adattandosi a esso. L’opera scorre intensa e al tempo stesso veloce, grazie allo stile di scrittura della Icardi che travolge per la quantità di emozioni che riesce a trasmettere e in cui i lettori possono ritrovarsi ed esplorarsi.

È davvero difficile non apprezzare la penna di Desy Icardi, che con naturalezza mi conquista a ogni pagina, facendomi appassionare ai personaggi e alle ambientazioni da lei create, con una sensibilità estrema che mi commuove e mi fa desiderare di essere migliore.