Review Party: Recensione di “Abisso. La favola oscura” di J. Fiorentino

Quando Lily Brown apre gli occhi, non ricorda nulla di ciò che si è lasciata alle spalle. Non conosce il luogo in cui si trova, né si riconosce nel primo specchio su cui posa lo sguardo. Chi parrebbe esserle andata in soccorso, però, le rivela essere sua prigioniera, destinata a morire quando lei non servirà più allo scopo. Evan Sandman, tanto diabolico quanto magnetico, è una presenza molto più ingombrante di quanto la ragazza possa ammettere.

Incubi e sussurri cercano di riempire il vuoto d’identità di Lily, che non riesce a comprendere chi sia davvero, prigioniera anche della propria mente, in cui s’annida crudele un segreto terribile che rischia di emergere dal suo antro oscuro, pronto a ferire e cambiare le sorti di tutta Folklore.

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Recensione: “Akire – La banda di Alastrine” di Selene Rampolla

Nella vita del giovane Trebor sta per affacciarsi qualcosa di totalmente inaspettato: un’incredibile avventura capace di stravolgergli per sempre la vita. Perché questo è ciò che succede quando ci s’imbatte nella banda di Alastrine, gruppo di mercenari capitanato da una donna, colei che sconfigge in duello il ragazzo e poi lo invita a unirsi a loro.
Trebor ha ben poco da scegliere: rimanere a Roas per passare una vita tranquilla ma piatta oppure prendere il largo con loro per una vita ricca di sfide, pericoli e brividi. Il suo temperamento impavido lo porta ad accettare l’offerta e a scoprire un mondo che fino a quel momento gli era precluso, tanto vasto quanto misterioso e magico.
Con uno stile semplice e scorrevole, Selene Rampolla, scrive un fantasy che rispecchia tutti i canoni classici del genere, imbastendo le basi per un’avventura che promette tante emozioni e colpi di scena. La banda di Alastrine infatti è non solo il primo capitolo di questa trilogia, ma anche un grande preludio a tutto ciò che verrà poi nel secondo libro. L’atmosfera che si respira è fatta d’ilarità mista a momenti più seri e riflessivi, fino a piccoli colpi di scena che vi sorprenderanno nell’ultima parte del libro. Ho amato il personaggio di Amos, per la sua caratterizzazione fisica e mentale, ma soprattutto il capo, una donna senza nome che per quel velo di mistero m’intriga sempre di più. Trebor, invece, è un personaggio che non sono ancora riuscita ad inquadrare, perché ancora a tratti immaturo, troppo impulsivo e in attesa della sua vera trasformazione.
Nel complesso, Akire è una storia a cui voglio continuare ad appassionarmi, certa che le emozioni non siano finite qui e che il suo mondo possa sempre più intrigarmi e convincermi.