Review Party: Recensione di “Sulle orme di un padre” di Danielle Steel

Dopo gli anni della guerra passati come schiavi nel campo di concentramento di Buchenwald, Jakob ed Emmanuelle possono iniziare una nuova vita. Conosciutisi in mezzo agli orrori più indicibili, i due hanno trovato forza nell’amore che li ha fatti sopravvivere, portandoli verso la tanto agognata America. Nel corso degli anni, entrambi lavorano sodo, cercando di offrire quanto più possibile al loro amato figlio Max, fino a dargli la possibilità di frequentare la prestigiosa università di Harvard e di prendere in mano l’eredità lavorativa del padre. Ma abbagliato dalla ricchezza, Max si allontana sempre più dagli insegnamenti dei genitori, desiderando ancora e ancora, fino alla frenesia.
Ritornando sui propri passi, Max ripercorrerà la storia di Jakob ed Emmanuelle, per riappropriarsi dei valori più importanti, capire di cosa ha veramente bisogno e quale sia il suo posto nel mondo.

Attraverso una storia di finzione, Danielle Steel traccia il percorso straordinario di due anime straordinarie, che nonostante abbiano attraversato l’inferno sono riusciti a riprendersi ciò che era stato strappato loro e a coltivare i propri valori, per lasciarsi il passato alle spalle. Jakob ed Emmanuelle sono un esempio di come si possa essere eroi nella vita di tutti i giorni, affrontando la tragedia più grande guardando sempre al futuro. Avrebbero potuto passare la vita nell’odio e nella rabbia, invece hanno investito sul loro amore per lasciare una testimonianza di positività e speranza.

“Sulle orme di un padre” è una storia con tematiche forti, che unisce il dolore e il dubbio all’amore spropositato di una famiglia apparentemente comune, che sa condividere genuinamente con il mondo una vera e propria filosofia di vita.