Recensione: “Assassin’s Creed. Fragments. La spada di Aizu” di Oliver Gay

In procinto di una guerra che sta per scoppiare, per Ibuka non resta che una cosa da fare: partire come guerriero insieme al padre e portare onore all’impero. Ma sua sorella Atsuko non rimarrà certo a guardare e, conscia dei rischi, entra a far parte dell’esercito come uomo. Le arti marziali a lungo studiate le basteranno per avere salva la vita?

Ecco una nuova trilogia dedicata alla saga di Assassin’s Creed! La spada di Aizu è un primo e interessante capitolo di quella che sembrerebbe una storia dedicata alla Confraternita degli Assassini nipponica. Da quanto desideravo una storia di questo tipo!

Benché ormai ci si sia distaccati dalle atmosfere dei primi capitoli della saga, questo romanzo mi ha conquistato pienamente. Si respira alla perfezione il clima giapponese del 1800 e l’aspetto storico è ben equilibrato rispetto alla parte fantastica.

Il motore della trama sembrerebbe prendere ispirazione da trame già conosciute, ma il modo in cui questa viene narrata dall’autore rimane unico e originale. Ci si affeziona subito ad Atsuko e si rimane affascinati dalla storia che deve affrontare.

Il background di ambientazione e personaggi è accurato nel dettaglio: la narrazione non risente di alcuna pesantezza e scorre via che è davvero un piacere. Non ci sono stereotipi e anche quando si rischia di cadere nei soliti cliché, ecco che Oliver Gay torna a sorprendere ancora e ancora.

Di certo proseguirò con la lettura di questa trilogia, spero davvero che non ci sia molto da attendere. Fragments dona onore a una saga ormai immortale, la sua storia è godibile sia dai fan di vecchia data come me che coloro che desiderano una storia fantastica e meritevole di essere letta.

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