Review Party: Recensione di “La pazienza del sasso” di Carmela Scotti

Il legame tra una madre e un figlio è qualcosa di unico e speciale, in un certo senso primordiale, così intenso da formarsi ancor prima della nascita. Argia ha un’unica certezza nella vita, ossia l’amore reciproco e infinito tra lei e la sua mamma. La ricorda con affetto e malinconia, ora che è adulta, indugiando sui momenti di pura gioia ma anche quelli in cui tutto è crollato. Ha avuto tutto inizio con la nascita della sua sorellina, Dervia, che viene al mondo scombinando la felicità di Argia, per il suo essere “più” bella, “più” talentuosa. Semplicemente perfetta.

Qualcosa di doloroso e bruciante si fa strada nell’animo della ragazza, che si porta dietro nel presente, fino al momento in cui dovrà tornare sui propri passi e fare i conti con i sentimenti passati.

Carmela Scotti è una mia grossa mancanza. Dopo aver letto “La pazienza del sasso” sono certa che non mi perderò più alcuna sua pubblicazione, perché la storia che ha realizzato mi ha stregato istantaneamente. Con uno stile poetico e in un certo senso romantico, fa entrare i suoi lettori nella vita di Argia, una donna realizzata che ha però in sé tanti tormenti che ha fatto in modo, con le proprie forze, di relegare in un angolo del cuore. Ma in un attimo tutto torna, quando una notizia la sconvolge e la porta a tornare nei luoghi dell’infanzia, da cui tutto ha avuto inizio.

Il rapporto che lei ha con sua madre è così intenso da far commuovere e non ho potuto fare a meno di ricordare quello che ho e che ho avuto con la mia mamma. Mi sento davvero fortunata ad avere una persona come lei nella mia vita, che ha sempre dato il massimo e non si è mai risparmiata per il bene della sua famiglia. Quando è nato mio fratello è stata una gioia anche per me, tanto che i miei genitori ricordano spesso quanto fossi così gelosa di lui da non voler fare avvicinare nessun altro. Beh, questo non è ciò che è capitato ad Argia, che vede in Dervia una minaccia e un ostacolo, un cambiamento in negativo che è andato a incrinare tutto ciò che con la madre aveva di buono costruito.

Come un’istantanea, si viene catapultati nell’atmosfera calda e armoniosa della Sicilia: l’autrice ne fa un resoconto dettagliato che folgora talmente è nitido, facendomi innamorare a distanza di questa città che ancora non ho avuto modo di visitare. Da donna matura, si passa lentamente a quella bambina rimasta tale, con insicurezze e fragilità che fanno paura per quanto siano riuscite a scavare in profondità e a lasciare il segno in Argia. Proprio da qui ha inizio il suo viaggio di rinascita, in cui deve imparare come si convive con ciò che è stato e fare pace con sé stessa. Deve buttare fuori tutto il dolore e il risentimento: noi l’accompagnano in questa evoluzione straziante ma educativa, rievocando a nostra volta i personali tormenti, che ora potrebbero trovare una via per emergere e volare via.

A volte basterebbe soltanto fermarsi e concentrarsi sulle piccole cose, prima che sia troppo tardi, anziché distruggere tutto attorno. Anche una carezza che non c’è stata può rivelarsi un trauma e Carmela Scotti si prende il compito di diffondere quei gesti di affetto laddove non ci sono stati. Fa male, male da morire, ma poi quel dolore passa e lascia spazio alla pace interiore.

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