Review Party: Recensione di “Bad Habits. La parola proibita” di Flynn Meany

Il liceo St. Mary sembra essere l’istituzione più anti contemporanea che ci possa essere. Alex, invece, che è e vuole essere al passo con i tempi, non accetta l’educazione a cui i suoi genitori l’hanno destinata. Non le viene difficile iniziare a pensare a tutti i modi che può utilizzare per farsi espellere… a cominciare dal più classico dei taboo.

Del romanzo di Flynn Meany èstato detto che ricorda in modo particolare la serie tv Sex Education. Per una volta, questo tipo di commenti hanno basi fondate e rispecchiano alla perfezione ciò che si andrà a leggere.

Se deciderete di dare un’opportunità ad Alex, imparerete a conoscere un’adolescente a cui la vita imposta sta stretta, anche per le più piccole cose, che dovrebbe essere normale sentire e provare.

Ma non al St. Mary, dove si insegna che il sesso è giusto dopo il matrimonio o che è indecoroso parlare di mestruazioni. Tutti argomenti che il bigottismo cerca di soffocare, ma che è anche ora che vengano a galla senza fare scandali.

Sono argomenti che mi stano molto a cuore e per cui mi batto, anche solo per rendere “vagina” un termine normale come è, senza suscitare lo sdegno negli altri.

In questo, Alex diventa un’eroina inconsapevolmente, portando avanti una lotta personale che è un simbolo di abbattimento dei muri mentali che secoli e secoli di storia sono stati in grado di erigere.

Il tutto è condito con un tono divertente e leggero: capitolo dopo capitolo si ride di gusto, pur non ridicolizzando ciò per cui la protagonista si batte.

“Bad Habits. La parola proibita” è un romanzo inaspetato, che riserva sorpreseinteressanti e tematiche attuali molto, troppo importanti, per non essere prese in considerazione.

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