Review Party: Recensione di “Abisso. La favola oscura” di J. Fiorentino

Quando Lily Brown apre gli occhi, non ricorda nulla di ciò che si è lasciata alle spalle. Non conosce il luogo in cui si trova, né si riconosce nel primo specchio su cui posa lo sguardo. Chi parrebbe esserle andata in soccorso, però, le rivela essere sua prigioniera, destinata a morire quando lei non servirà più allo scopo. Evan Sandman, tanto diabolico quanto magnetico, è una presenza molto più ingombrante di quanto la ragazza possa ammettere.

Incubi e sussurri cercano di riempire il vuoto d’identità di Lily, che non riesce a comprendere chi sia davvero, prigioniera anche della propria mente, in cui s’annida crudele un segreto terribile che rischia di emergere dal suo antro oscuro, pronto a ferire e cambiare le sorti di tutta Folklore.

Una favola oscura, come l’autore ci tiene a specificare fin dal titolo, avvolge con malvagio incanto la curiosità del lettore, venendo manipolata e distorta per ambientarsi in un mondo che sembra non avere regole, in cui il caos e l’ignoto vivono beati, in attesa della preda successiva. Questo è ciò che si prova in “Abisso”, sentimenti che accompagnano la stessa protagonista verso la scoperta del confine tra umanità e… cos’altro? Perché negli occhi di Evan sembra albergare soltanto una bestia che nulla ha di riconducibile a ciò che umanamente parlando è conosciuto.

L’urgenza di ricordarsi di sé stessa, va a braccetto con la paura che sempre più attanaglia Lily, sempre più timorosa di scoprire cosa, come per magia, ha dimenticato o le è stato tolto. Forse un motivo razionale c’è, ma quale può essere? Chi è il burattino che si trova all’estremità di questi dolorosi fili? Fiorentino è un abile tessitore di storie, che rende fluide e incantevoli attraverso uno stile ricercato e un lessico forbito, donando alla narrazione una carica emotiva incredibile.

Niente è come sembra e non si può fare a meno di scorrere gli occhi pagina dopo pagina con sempre più fervore, per riuscire a capire a cosa si andrà incontro. Ogni capitolo è una sorpresa dopo l’altra, una giostra a cavallo tra passato e presente, attraverso occhi differenti che danno la loro personale versione della storia. Lily ed Evan sono personaggi complessi e, a loro modo, controversi: trovare un contatto è più complicato di quanto si possa pensare, ma grazie al passare dei capitoli si entra in sintonia con naturalezza, senza accorgersene, perché nel frattempo loro si sono fatti conoscere e comprendere.

“Abisso. La favola oscura” è stata una sorprendente lettura che mi ha intrattenuto per qualche ora e che mi ha colpita per l’ambientazione gotica e l’inquietudine fastidiosa che la contraddistingue. Spero davvero di poter tornare a Folklore ancora in futuro, un luogo in cui so che verrò raggirata e incantata. Ma è per questo che l’ho così tanto apprezzato.

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