Review Party: Recensione di “Storie per genitori appena nati” di Simone Tempia

Quando il mondo si arricchisce di una nuova vita, i desideri, le aspettative e i sogni a occhi aperti giungono al coronamento di felicità e amore passando inevitabilmente dalla paura. Un sentimento che attanaglia, graffia e affatica, ma che accompagna inevitabilmente l’uomo verso un’importante presa di coscienza: essere, ora, anche un padre o una madre.

Così, si entra in punta di piedi in una vita che invece sta ancora imparando a prendere coscienza di sé, che comunica con strilli, pianti, occhi che divorano, mani e bocca che assaggiano qualsiasi cosa capiti. In quel piccolo mondo meraviglioso di ignoranza e scoperte, c’è chi annota tutto ciò che succede, come un diario quotidiano che forma il vissuto di un bambino respiro dopo respiro, giorno dopo giorno, notte dopo notte.

Questo è il contenuto dei quaderni ritrovati in un vecchio armadio, da cui guizzano fuori i protagonisti di storie fantasiose, divertenti e profonde.

Per genitori appena nati.

L’esistenza delle storie stesse è dettata dal battito del nostro cuore, che galoppa pagina dopo pagina, carpendo ogni segnale e informazione disseminati con trasporto oltre le parole scritte, bucando la carta e l’inchiostro, arrivando dritto all’animo.

Ogni racconto ha il sapore delle favole, storie antiche che mai si perdono, ripetendosi nella tela del tempo e impartendo le loro preziose lezioni, dedicate a bambini e adulti.

Lezioni che insegnano con tutte le loro forze a convivere con la paura, perché questa non andrà mai via, ma può essere conosciuta, compresa e controllata. Non c’è nulla di male nel provare un sentimento come questo, anche quando si associa all’essere genitore, senza per questo pentirsi di certe scelte o impedirsi di vivere al meglio il tempo con il proprio figlio.

Passo dopo passo si viene presi per mano e cullati dalla voce immaginaria dell’autore, senza la possibilità di vederlo direttamente, ma sentendolo fisicamente attraverso un’eco che si espande nelle stanze, bloccando tutto il resto fuori, portandoci a desiderare di leggere questi racconti, ancora e ancora.

L’autore entra, così, di diritto nel pantheon dei grandi narratori, al fianco di Gianni Rodari, Roberto Piumini, i fratelli Grimm. Osserva tutti attraverso gli occhi della narrazione, in un viaggio che si può leggere tutto in un fiato o con tempi più lunghi, senza perdere, in ogni caso, nemmeno per un istante quella magia speciale che si respira frase dopo frase.

Magia che conquista chi prova sulla propria pelle ogni giorno l’identità di papà e mamma, ma anche chi non può o semplicemente non vuole portare avanti l’esperienza: si ritorna tutti, indistintamente, bambini, avendo ora l’occhio di chi ha più anni sulle spalle, senza sentirsi esclusi da quella bellezza donata dal nutrirsi delle parole scritte e che vedono protagonisti i genitori.

Messaggi e sottotesti giocano a nascondino celandosi dietro la Strega Malanna, i Boinga Boinga, la pittrice Lucilla e tutti gli altri personaggi, spuntando fuori quando non ce lo si aspetta, meravigliando e facendo riflettere. Li si trova solo avendo pazienza, dando tempo al tempo, permettendosi di leggere, rileggere, leggere un’altra volta ancora, scovando ciò che prima si era perso e facendo pace con ciò che già si aveva trovato.

Simone Tempia è l’autore che “non si può vedere perché non è qui” più meritevole di essere conosciuto degli ultimi anni, per la naturalezza con cui riesce a comunicare con tutti senza perdere sé stesso, ispirando positivamente con la sua genuina sincerità.

Timoteo Piccolino ha la grossa fortuna di poterlo guardare negli occhi ogni giorno, in un modo tanto speciale e intimo che rompe le barriere del linguaggio consueto, parlando attraverso il corpo e la mente, fino a riempire il cuore.

Noi siamo altrettanto fortunati di poterlo guardare negli occhi attraverso “Storie per genitori appena nati”, sentendoci compresi e non giudicati, di fronte a un amico che parla di sé senza presunzione o vanto. Mostrandosi, semplicemente e senza alter ego, per quello che è.

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