Review Party: Recensione di “Tutta colpa del K-pop – Diario pannocchioso di un italiano in Corea” di Seoul Mafia

Chi ha la passione per la Corea e bazzica un po’ su Youtube, avrà sicuramente sentito parlare di Seoul Mafia, nome d’arte di Marco Ferrara, un ragazzo italiano che ha deciso di andare a vivere all’estero, vivendo un’esperienza che l’ha completamente formato e cambiato.

Nel suo libro “Tutta colpa del K-pop”, Marco rivive come in un diario personale tutte le tappe che l’hanno portato in Corea, dal sogno di diventare una star fino al cambio totale dei suoi programmi.

Approdato sulla community di Youtube, ha fatto del suo canale un luogo in cui parlare della cultura coreana, in un modo molto divertente e che sa intrattenere a ogni contenuto pubblicato.

Per questo, sembra quasi di sentirlo parlare, mentre gli occhi scorrono tra le pagine del libro, corredate di disegni e immagini ma soprattutto da un vocabolario molto… particoloso. Si tratta infatti di termini inventati da lui stesso e che ormai sono entrati nel suo linguaggio quotidiano, influenzando chi guarda i suoi video e che ormai sa il significato di certe parole, che esternamente potrebbero non voler dire nulla. I neofiti non hanno da temere, perché è stato redatto anche un pratico glossario con spiegazioni dettagliate sugli stessi.

Marco ha avuto un percorso molto tortuoso e per nulla semplice da affrontare: attraverso la sua personale esperienza in Corea, racconta luci e ombre di un paese così tanto affascinante ma lontano dal nostro, sfatando diversi miti che potrebbero trarre in inganno gli esterni.

Adattarsi a un ambiente completamente diverso da quello d’origine è stato disorientante e faticoso: puntualizza tanto su quel senso di alienazione dato dai ritmi sfiancanti degli idol coreani, che lavorano giorno e notte senza pause e senza quasi poter mangiare o dormire. Regole ferree blindano un mondo fatto di luci, colori e popolarità, che nascondono la competizione e la crudeltà che sta dietro al palcoscenico e che spesso finisce per distruggere l’identità di una persona.

Marco non perde la sua vena spiritosa, raccontando anche cosa c’è stato dopo, parlando del fidanzato Jiho, degli amici che l’hanno sostenuto e della famiglia, che l’ha sempre incoraggiato a inseguire i propri sogni. Ha fatto della sua passione una seria professione e sono davvero felice che la strada percorsa l’abbia portato verso una nuova consapevolezza di sé, in grado di aiutare gli altri e di essere d’ispirazione per chi ha un sogno nel cassetto e vorrebbe realizzarlo, proprio come ha fatto lui.

Seoul Mafia è riuscito a emergere dove altri non hanno potuto, con uno stile personale e genuino che scalda il cuore e strappa, settimanalmente, una sana risata.

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