Review Party: Recensione di “Come rugiada nel buio” di Julie Kibler

Dopo essersi trasferita ad Arlington in Texas, Cate inizia una nuova vita come assistente bibliotecaria presso l’Università locale, impiego che l’affascina e intrattiene, fino al giorno di una casuale ma determinante scoperta. In un archivio storico dove migliaia di vite passate le hanno fatto compagnia, giungono inaspettate le vicende di Lizzie e Mattie, due donne come lei ma provenienti da un’epoca lontana, che oltre ad avere tra loro punti in comune guardano Cate con occhi invisibili, perché ciò che hanno passato loro l’ha passato anche lei prima di arrivare lì.

Storie di fughe, violenza, prigionia, precarietà e dramma. Ogni cosa conduce le tre donne nello stesso punto, che lega i loro destini in un modo totalmente imprevisto.

Descrivere “Come rugiada nel buio” non è affatto semplice. La narrazione si svolge a cavallo di epoche differenti e mostra così scorci di storia americana più o meno conosciuta, analizzando eventi e tematiche appartenenti al passato che si riflettono nel futuro e gridano ancora oggi tutto il dolore e l’ingiustizia dei fatti. Conoscere Cate, Lizzie e Mattie significa comprendere la condizione precaria in cui vive la donna, fatta di soprusi fisici e mentali, causata da magheggi senza controllo se non da parte di uomini potenti, che possono insabbiare gli scandali senza rimetterci. Le conseguenze, però, ricadono su chi non può fare nulla se non guardare e scappare, sperando di trovare un luogo in cui avere salvezza. Qui viene rappresentato dalla Berachah Industrial Home, un’organizzazione volta a ospitare e proteggere donne e ragazze che una casa non ce l’avevano più, ma che qui potevano sentirsi al sicuro e riprendere in mano la propria libertà.

In questo la Kibler ha fatto un lavoro di ricerca notevole e impeccabile che riesce nello scopo di denuncia di tanti orrori mai portati alla luce, che rovinano non solo il suo paese ma l’intero mondo. Una piaga che sembra espandersi senza controllo e che ancora adesso è impossibile fermare: solo grazie ai movimenti di opposizione e alle proteste qualcosa sta cambiando, mostrando la forza femminile in un modo finora inatteso.

Il romanzo scorre veloce e con un ritmo serrato, che passa dal punto di vista di Cate a quello nel passato delle altre due donne: è interessante come il punto di vista cambi, passando dalla prima alla terza persona senza disorientare o dare fastidio, ma anzi spezzando perfettamente i pensieri di ognuna di loro. La scrittrice sa come descrivere ogni scena nel modo più emozionante possibile, colpendo con dolore nel momento in cui i misteri vengono svelati. Al tempo stesso non mancano le scene dolci e tranquille, che scaldano il cuore sanando ferite invisibili date dall’empatia nei confronti delle protagoniste.

La lettura soddisfa nella sua interezza, nel suo realismo riesce a infondere speranza nel futuro, nonostante siano ancora tanti gli sforzi e i sacrifici da fare per ottenere davvero giustizia. Cooperando tra loro, le donne e chiunque vorrà sostenere questa causa potranno riuscire nell’intento e far sì che certi avvenimenti non capitino mai più alle generazioni che verranno.

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