Recensione: “SteamBros Investigations – L’anatema dei Goven” di Alastor Maverick e L.A. Mely

Dopo la scoperta scioccante su loro sorella Emma, Melinda e Nicholas Hoyt partono alla volta di Glasgow in cerca, finalmente di risposte. Ma la sete d’investigazione li porta a vendere i propri servigi alla famiglia Gover, che cerca in tutti i modi di fare luce sui misteri della loro villa maledetta in cui pare che vengano uccisi tutti i componenti uomini. Per arrivare in fondo alla questione, dovranno districarsi tra spettacoli di magia, misteriose e invisibili presenze e altri fatti inspiegabili che metteranno a serio repentaglio la lucidità, già in parte compromessa dalla flebile speranza di trovare qualche indizio che possa ricondurre a Emma.
Gli Steambros sono tornati e questa volta al di fuori della loro confort zone rappresentata dalla città di Londra. A Glasgow dovranno fare i conti non solo con ciò che non è razionalmente spiegabile ma anche con le proprie paure che si scontrano con la speranza di poter avere qualche informazione in più sulla loro sorella scomparsa.
“L’anatema dei Goven” è un’avventura di qualità superiore rispetto a quella precedente, e lo dimostra sia la narrazione più incalzante che la tensione che si respira tra le mura di villa Goven, che preoccupa il lettore su come inciderà sulle sorti di Nick e Mel. I protagonisti sono ancor più caratterizzati e ben definiti e nonostante entrambi abbiano sia pregi che difetti non posso non apprezzarli allo stesso modo. La trama orizzontale è qui più rimarcata rispetto al singolo caso d’investigazione, che non manca di prendere in contropiede il lettore e l’intero epilogo lascia sorprendentemente con il fiato sospeso.
Ho adorato i riferimenti a personaggi realmente esistiti e alla cultura pop moderna, che anche se fuori tempo rispetto a quell’epoca sono stati inseriti in modo appropriato e senza esagerazioni.
Insomma, ci sono tutti i presupporti per un libro finale mozzafiato! Non vedo l’ora di poterlo iniziare per scoprire come proseguirà la storia degli SteamBrothers!

Blog Tour: “In verità” di Dario Buzzolan – Biografia dell’autore

Oggi inizia il Blog Tour dedicato al nuovo libro di Dario Buzzolan edito per Mondadori: “In verità”. Di seguito vi lascio le informazioni principali sull’autore e sul libro appena pubblicato. Ricordatevi di seguire tutte le tappe per conoscere maggiormente questo romanzo!
Dario Buzzolan è nato a Torino nel 1966 e attualmente vive a Roma. È uno scrittore, drammaturgo e autore televisivo: ha pubblicato nove romanzi, tra cui “Dall’altra parte degli occhi” (premio Calvino 1999), “Non dimenticarti di respirare “(2000), “I nostri occhi sporchi di terra” (finalista al premio Strega 2009), “Se trovo il coraggio” (2013), “Malapianta” (2016) e “La vita degna” (2018).
Titolo: In Verità
Editore: Mondadori
Collana: Narrative
Formato: Brossura
Pubblicato: 10/03/2020
Pagine: 462
Cernedo. Nordest profondo. I Trovato, titolari di un’azienda specializzata in alta orologeria, devono fare i conti con un buco finanziario che rischia di proiettare l’impresa in una crisi ingovernabile, dove si mescolano tensioni famigliari irrisolte, nevrosi, segreti. Il capofamiglia Ruggero, dopo avere cercato soluzioni, scompare misteriosamente; il primogenito Pietro crede di poter aver voce in capitolo; il più giovane, Nicola, si nutre di ossessioni scientifiche (essere tra i primi a mettere piede su Marte); la madre Lucia ha un corrispondente immateriale con il quale sa sottrarsi ai vuoti della sua esistenza. La Liebenkraft Company, multinazionale del lusso, vuole acquisire La Stella: sennonché il meccanismo avviato da due dirigenti, Tom e Amelia, avvoltoi professionisti ma anche amanti segreti, si inceppa. Cosa c’è in fondo a tanto caos? Quante menzogne da far saltare? Quanto fumo dietro a cui difendersi? Dario Buzzolan scrive un romanzo corale, che, progressivamente, ci mette davanti all’urgenza della verità: scrive di noi, di come non vogliamo essere ma potremmo diventare, e forse di come già siamo.

Recensione: “SteamBros Investigations – L’armonia dell’imperfetto” di Alastor Maverick e L.A. Mely

Carrozze, coltri di fumo e macchine a vapore caratterizzano la Londra Vittoriana in cui i fratelli Nicholas e Melinda sono immersi. Un tragico evento del passato li accomuna e li porta, raggiunta l’età adulta, ad intraprendere una curiosa carriera, aprendo una società d’investigazione volta a indagare sui casi irrisolti o risolti non con la giusta attenzione dalla polizia.
Ben presto le loro prodezze diventano note, fino al caso della scomparsa di Mr. Bammington. Il capo della polizia, Capitano Morris, liquida il tutto come un caso di suicidio. Ma i fratelli Hoyt osservano minuziosamente la scena del crimine, fino a etichettarla come omicidio. Chi la spunterà?

Dietro quello che potrebbe essere un classico libro giallo ispirato ai racconti di Arthur Conan Doyle, Alastor Maverick e L.A. Mely tessono le fila di una trama ben più articolata, caratterizzata dalle identità dei fratelli Hoyst che devono fare i conti con il loro passato, che non hanno mai dimenticato né del tutto superato, un po’ come i tanti casi d’investigazione che si sono trovati a trattare. La loro psiche, così come la crescita e maturazione, è condizionata da ciò che si annida tra i ricordi e dal sentirsi impotenti verso questo. Nonostante entrambi abbiano sviluppato doti di ragione e logica, è come se sfogassero in altri lati del loro carattere questa sofferenza inespressa. Quindi, ci ritroviamo di fronte a una Mel colma di rabbia e restia al ruolo che la società le impone in quanto donna e un Nicholas che cerca di mantenere costantemente il controllo attraverso un’incredibile dose di calma. Ma queste, a loro volta, sono solo delle corazze volte a nascondere ciò che c’è in profondità e che ora potrebbe finalmente venire allo scoperto.

I personaggi che ruotano attorno alle loro figure sono tutti ben delineati, realistici e molto affascinanti. Ho amato dal primo istante lo zio Hoyt, che con cura e amore estremi si prende cura dei libri della sua biblioteca. Ho trovato esilarante il Commissario Morris e i suoi tentativi d’ipotesi che non vanno mai a buon fine (in qualche modo mi ha ricordato Goro di Detective Conan).

L’ambientazione Steampunk, chi mi conosce lo sa bene, è tra le mie preferite in assoluto quando si tratta di letteratura. Ogni volta mi sembra di potermi immergere tra ingranaggi, mostri di metallo e corsetti vittoriani, che alleggeriscono quella che di fatto era l’aria pesante che si respirava data dai fumi delle industrie e dai primi mezzi di trasporto automatizzati. Non posso farci niente, adoro quell’atmosfera d’altri tempi a cavallo tra realtà e fantasia e nella loro opera gli autori sono riusciti alla perfezione nel rendere ogni elemento tipico appropriato per le giuste occasioni. Forse ciò che viene leggermente trascurato è proprio l’aspetto del giallo, in cui non ho percepito particolare tensione, dato anche da uno stile narrativo non improntato su questo. In ogni caso la risoluzione finale non è scontata, ho apprezzato che dietro anche questo aspetto ci fosse logica e impegno.

Chicca molto carina: in Appendice trovate delle ricette in tema che si possono replicare. Spero di avere occasione di farlo anche io, sembrano tutti piatti deliziosi!

Non chiudo di certo i battenti con la SteamBros Investigations, non vedo proprio l’ora di addentrarmi in un’altra delle loro avventure!

Se ancora non siete convinti, potete a leggere le due novelle a tema Halloween e Natale che personalmente ho adorato: “SteamBros Investigations – Halloween’s Hellgate” e “SteamBros Investigations – The First Christmas Carol”.