Review Party: Recensione di “Il mistero di Ash – Le indagini paranormali di Fedor Chestel” di Victoria M. Shyller

Misteriosi quanto terrificanti fatti stanno per sconvolgere il piccolo paesino nel Kenter, Ash. Non solo sono fatti che odorano di morte, ma che si tingono del sangue rosso e innocente di una serie di bambine trovate prive di vita.
Per dare giustizia al dolore dei cittadini, Fedor Chestel e Delvin Fraser si addentrano sempre di più nella vicenda. Stare attenti agli indizi che si presentano davanti agli occhi e cercare di ascoltare la voce soffocata in eterno delle vittime diventa il loro pane quotidiano. Ma il tempo scorre e loro hanno solo sette giorni per riuscire a venire a capo della vicenda.
Il primo elemento che spicca quando ci si trova di fronte a “Il mistero di Ash”, è sicuramente quello che richiama i Penny Dreadfuls inglesi, pubblicati a puntate sui quotidiani dell’epoca per intrattenere il proprio pubblico. A maggior ragione, possiamo definire questo primo breve libro come la prima di tante indagini in cui i protagonisti si imbatteranno. Ho adorato l’atmosfera gotica e a tratti horror che costantemente si respira nella piccola cittadina in cui la vicenda è calata e il costante far credere al lettore che nulla è come sembra in apparenza. Come accade agli investigatori, anche chi legge non può fare a meno di porsi domande e di interfacciarsi con la realtà mista a un qualcosa che può sembrare fantasia e che va al di là dell’umana comprensione.
Si rimane impietriti di fronte alla crudeltà e al massacro di anime innocenti, tali perché appartenenti a dei bambini, e questo rende il tutto ancora più inquietante e folle. Approfondire le indagini può voler dire solo una cosa: sprofondare in orrori che forse sarebbe meglio non scoperchiare e per cui ci sarà chi lotterà proprio per affossare la verità.
Ho apprezzato la caratterizzazione dei personaggi principali: Fedor e Delvin ricordano inevitabilmente la squadra intramontabile di Sherlock/Watson, e penso che siano uno splendido tributo ai protagonisti dei gialli di Arthur Conan Doyle. 
Con uno stile semplice e molto scorrevole, la Shyller ha saputo tentarmi con una storia dalle tinte a cavallo del thriller e del noir, con una storia che lascia fin dall’inizio sul filo del rasoio.
La Segreti in Giallo Edizioni ha fatto un ottimo lavoro dal punto di vista della cura grafica, che mi ha colpito subito per lo stile, perfetto per centrare al meglio la storia.
Sono molto curiosa di tornare nel mondo paranormale creato dalla scrittrice, soprattutto per soddisfare il cliffhanger che caratterizza la fine di questa prima avventura.

Review Party: Recensione di “La ragazza con la macchina da scrivere” di Desy Icardi

Ci sono eventi della vita cui una persona può assistere solo guardando dall’esterno, perché è impossibile comprendere come sia passarli in prima persona.

Dalia è sempre stata una donna attiva e libera, eppure ora con la vecchiaia un ictus l’ha imprigionata nel suo stesso corpo. Ma qualcosa di prezioso può dare voce ai suoi pensieri e ricordi: muovere i polpastrelli sulla sua Olivetti e lasciare che le parole prendano forma attraverso la scrittura.

Così, entriamo in contatto con la Dalia del passato, una donna che dal presente si evince essere sempre stata forte e che dalle difficoltà ha imparato a rialzarsi ogni volta senza mai darsi per vinta. Dalia diventa così un punto di riferimento per trovare in sé stessi il coraggio di inseguire i propri desideri affrontando le paure per l’ignoto sempre a testa alta.

Il contesto storico in cui la storia è ambientata è ben definito e costruisce una cornice attorno alla vita della protagonista senza invadere il fulcro ma adattandosi a esso. L’opera scorre intensa e al tempo stesso veloce, grazie allo stile di scrittura della Icardi che travolge per la quantità di emozioni che riesce a trasmettere e in cui i lettori possono ritrovarsi ed esplorarsi.

È davvero difficile non apprezzare la penna di Desy Icardi, che con naturalezza mi conquista a ogni pagina, facendomi appassionare ai personaggi e alle ambientazioni da lei create, con una sensibilità estrema che mi commuove e mi fa desiderare di essere migliore.

Review Party: Recensione di “La vita a un passo da noi” di Christian Berkel

L’amore che scoppia nei periodi più bui sembra sempre poter risanare il marcio nato dalla cattiveria umana. Ma al tempo stesso, l’amore nel tempo di guerra non è assolutamente facile da nutrire.

Questo è ciò che accade a Otto e Sala, che si sono conosciuti nel pieno dell’adolescenza, innamorandosi perdutamente com’è giusto che sia nel fiore di quegli anni. Ma la guerra, nonostante non sia ancora scoppiata, lancia dei segnali chiari nei confronti del popolo ebraico, che non è più il benvenuto soprattutto in Germania. Sala, nelle cui vene scorre il sangue di un’ebrea, è quindi costretta a fuggire e a lasciarsi tutto alle spalle, perfino la persona amata nelle cui vene scorre il sangue della cosiddetta razza pura.

Ma la Spagna degli anni Quaranta è tutt’altro che ospitale e la ragazza si trova a passare da un conflitto all’altro, che la costringe ancora una volta a spostarsi, adesso verso Parigi.

Nei meandri della mente di sua madre, ormai anziana e affetta da demenza, l’autore ripercorre una storia dolorosa e commovente al tempo stesso, che unisce fatti realmente accaduti a ciò che Berkel ha dovuto ricostruire attraverso l’immaginazione, fino a creare un’opera che è un tributo che, seppur soggettivo e personale, è degno per i fatti della Seconda Guerra Mondiale. Vita e morte, speranza e resa, amore e odio. Tutto ciò che riguarda l’animo umano è esternato attraverso gli occhi di una donna forte e desiderosa della propria indipendenza. Sala lungo il suo cammino incontra molteplici difficoltà, ma non smette mai di voler raggiungere un posto in cui sentirsi finalmente accettata e in cui potersi esprimere liberamente. Un desiderio tanto puro e naturale, quanto potente e commovente da esprimere, per il contesto storico in cui è immersa.

“La vita a un passo da noi” è un’opera che seppur priva di un ritmo incalzante e deciso, ha in sé una storia valida, frutto di un lungo e tutt’altro che semplice lavoro di ricerca. Christian Berkel è al suo esordio letterario e si pone di fronte al lettore a mente e cuore aperto, per presentare a chiunque voglia una storia vera, unica e speciale.

Review Party: Recensione di “Riverdale: L’albero dei delitti” di Micol Ostow

A Riverdale sembra essere tornata la pace e ora i paesani possono godersi i preparativi dei Riverdale Revels, tradizionale festival del raccolto fondato quasi un secolo prima.
Archie e il suo gruppo sono intenzionati vivamente a godersi la manifestazione senza incappare in nulla di tragico. Ma quando viene riesumata la capsula del tempo sepolta 75 anni prima, riemerge un misterioso scheletro. In quale ennesimo segreto stanno per imbattersi i nostri protagonisti?

Micol Ostow è riuscita ancora una volta ad intrattenermi attraverso uno stile semplice e scorrevole e una storia intrigante e piena di misteri da svelare. Al contrario del libro precedente, in questo si da più importanza alla trama che all’approfondimento vero e proprio dei personaggi, che si limitano a essere meri spettatori senza una vera e propria evoluzione. Certo è vero che L’albero dei delitti aggiunge un tassello in più alla caratterizzazione della cittadina di Riverdale, che non smette ancora di sorprendere attraverso nuovi eventi del passato. Attendo il quarto volume con molta curiosità, anche per scoprire come l’autrice ha deciso di strutturare l’episodio successivo delle avventure di Archie e della sua banda.

Review Party: Recensione di “Endymion: I canti di Hyperion – Libro due” di Dan Simmons

Tre secoli ormai ci separano dalle vicende di Hyperion, ma il viaggio spaziale cui Dan Simmons ci ha abituato con i suoi canti non è ancora finito. Ora è nella mente di Raul Endymion, che rammenta la missione affidatagli da Sileno: salvare la piccola Aenea dalle minacce esterne, una volta che questa sarà uscita dalle Tombe del Tempo.Il nuovo pellegrinaggio, affronta la visione delle rovine della rete di Telereporter, ripercorrendo ogni fine apocalittica che la civiltà umana ha dovuto affrontare e la nuova genesi che ogni volta ne è scaturita.

In Aenea è racchiuso un destino oscuro legato a un’ancestrale profezia, che renderà il viaggio di soccorso tutt’altro che semplice. Conscia e timorosa del potere posseduto, la Chiesa farà di tutto per impedire un nuovo cambiamento che può compromettere la sua autorità e al tempo stesso modificare il corso dell’universo come mai accaduto in precedenza.

Con questo nuovo corposo volume, ci troviamo di fronte a un clima di avventura spaziale che si discosta come atmosfere da ciò che ha caratterizzato la prima parte di Hyperion. Ciò non è per nulla negativo, dal mio punto di vista, semplicemente è qualcosa di differente, come se l’autore avesse voluto sperimentare e giocare con uno dei suoi vasti mondi. Endymion fa divertire e al tempo stesso riflettere su molti argomenti, come il potere dell’indottrinamento, che può causare l’influenza cieca e la disintegrazione di un individuo.
I colpi di scena sono la salsa speziata che movimentano il tutto, rendendo la lettura avvincente e dando maggiore ritmo alla storia. Ancora una volta, l’opera di Dan Simmons conquista in modo infallibile!

Se non avete letto il primo libro dei canti di Hyperion, leggere questa seconda parte potrebbe risultare confusionaria e disorientante, per gli innumerevoli riferimenti a fatti e personaggi visti in precedenza. Posso comunque assicurare che nel complesso Dan Simmons è un autore da recuperare assolutamente se si vuole seguire quel filone letterario fantascientifico che si presenta corposo, ricco e mentalmente soddisfacente.