Review Party: Recensione di “Le disavventure di Amos Barton” di George Eliot

« Quelli erano tempi in cui un uomo poteva mantenere tre piccoli benefici, affamare due curati con due di essi, e vivere stentatamente egli stesso del terzo.  »

Al confine con Milby, il piccolo paesino di Shepperton si regge fondamentalmente attorno alla propria chiesa, punto di ritrovo di tutti coloro che vivono lì da sempre. Qui, il Reverendo Amos Barton ne è la nuova guida spirituale, ligio al dovere di diffondere i dettami della chiesa Anglicana. Amos cerca di vivere ogni giorno in un clima di tranquillità, nonostante le condizioni economiche non proprio favorevoli e alle difficoltà che questo comporta, soprattutto quando bisogna far fronte ai bisogni della numerosa famiglia. Tutto inizia a precipitare quando, ovviamente senza malizia, decide di ospitare in casa propria la Contessa Czerlaski.
Con uno stile preciso e pulito e una narrazione a tratti drammaticamente ironica, l’autrice Mary Anne (sotto pseudonimo) presenta una breve storia di vita quotidiana che approfondisce la vita rurale di un piccolo paesino di provincia, animato per lo più da piccoli scandali che sanno far parlare di sé alimentando e ingigantendo la situazione più di quanto in verità non sia.
Le similitudini con altre famose famiglie di opere appartenenti sempre all’epoca vittoriana sono evidenti, ma nonostante questo Eliot riesce a mantenere dei suoi personaggi una freschezza e un’originalità incredibili, che rendono la sua Shepperton realistica e unica. Il protagonista, Amos Barton, è un uomo sorprendentemente ordinario che si ritrova invischiato in situazioni più grandi di lui senza però volerlo davvero. L’abilità vera dell’autrice sta nella capacità di far trasparire i problemi oltre la vista dei personaggi, facendo sinceramente interessare e preoccupare il lettore della situazione della famiglia Barton. Il suo realismo ordinario è il vero punto di forza delle sue opere: riuscire a far scaturire la curiosità attraverso una comune giornata, apparentemente uguale alle altre.
CHI È MILLY BARTON

Uno dei personaggi ricorrenti nel libro è sicuramente la figura di Milly Barton, la consorte del Reverendo Amos Barton. Nonostante da parte dell’uomo non spicchi amore o affetto, Mrs Barton gli è totalmente devota e trascorre le giornate come la perfetta donna di casa, pensando alle specifiche faccende e al sostentamento di ben sei figli.
Non ha interessi particolari, se non una predilezione per gli abiti e i tessuti pregiati, con cui si diletta amatorialmente nella carriera di sarta provetta.
L’incontro con la Contessa Czerlaski rappresenta anche per lei un punto di svolta, necessario per evadere dalla monotonia e per poter godere un minimo del piacere di avere conversazioni “femminili” con un’altra donna. Per questo, Milly sente una genuina amicizia nei confronti della Contessa, che invece si rivela una donna spietata e opportunista, capace di piegare ogni situazione al proprio volere e trasformando in servi tutti coloro che le ruotano attorno.
Mrs Barton è ingenua e pura, forse più di Mr Barton, che infonde nel lettore tristezza e pena nei suoi confronti, soprattutto per come le cose finiranno per lei. Eppure, cerca di vivere al meglio delle sue possibilità, cercando di vedere il buono in tutto, sia nelle persone che nelle oggettive difficoltà.
A lungo andare, il suo essere una donna come altre le fa acquisire un certo spessore, che la rende agli occhi del lettore un personaggio che non si può dimenticare anche dopo la lettura.

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