Review Tour: Recensione di “Shadowhunters: Fantasmi del Mercato delle Ombre” di Cassandra Clare

«  Era come se, liberandosi degli abiti, si fosse liberata anche delle aspettative della società riguardo la modestia che una donna dovrebbe mostrare e ora poteva permettersi di essere ammirata e desiderata. La sua anima si librò colma di nuova sicurezza: si sentì una splendida creatura, né gentiluomo né dama.  »

Esiste un luogo, celato ai Mondani, in cui i Nascosti possono ritrovarsi senza l’oppressione dei pregiudizi: è il Mercato delle Ombre, sito in più punti del globo, dove queste creature portano avanti i propri affari, a volte di discutibile origine.
Qui hanno luogo le vicende di questa nuova raccolta di racconti ambientata nel mondo di Shadowhunters in cui Jem, già divenuto Fratello Zaccaria, è come se vegliasse vigile sui cacciatori di cui seguiremo le storie.
Alcune storie sono più emozionanti di altre, specialmente quelle in cui Tessa Gray o Alec Lightwood sono protagonisti. Quando si tratta di inserire nella storia di Shadowhunters il personaggio di Jem, specialmente nell’arco narrativo che segue la trilogia delle Origini, l’atmosfera cala inevitabilmente in un vortice di malinconia e tristezza, per i sentimenti e i pensieri che lo tormentano da dopo la “trasformazione” in Fratello Zaccaria e tutto quello che ne consegue.
Fare anticipazioni è davvero complesso, questo perché “Fantasmi del Mercato delle Ombre” è una raccolta di racconti che non introduce al mondo di Shadowhunters, ma anzi, lo amplifica, dando per scontato che molte delle nozioni di questa ambientazione siano ben impresse nell’esperienza di lettura dei fan.
Per chi ha dubbi sulla lettura, di certo non posso fare altro che consigliare questo libro, perché nonostante non prosegua in modo incisivo la storia fin dove la conosciamo, i piccoli approfondimenti sparsi nelle vite dei personaggi sono delle chicche imperdibili per chi ama la saga e non vuole proprio lasciarla andare.
Ringrazio ancora una volta la Clare per le emozioni che riesce a trasmettere, mi auguro di non dover attendere a lungo la pubblicazione del suo prossimo libro!

Review Party: Recensione di “Pianura Oscura” di Philip Reeve

«  Quando fosse diventata una Predatrice come lui, avrebbe smesso di preoccuparsi così tanto. I nati una sola volta erano fragili, vulnerabili; provare affetto per uno di loro era un’agonia. »

È quasi impossibile crederlo, ma è proprio così: la storia di Hester, Tom, Wren e Theo è giunta a conclusione, mesi dopo la fine del terzo libro, dove tutto è cominciato: Londra. Intrighi politici e ragioni personali lottano per prevalere negli interessi personali dei personaggi, in un continuo conflitto apparentemente senza fine, logorando e rendendo impossibile avvistare un barlume di speranza all’orizzonte.
Il mondo creato da Reeve è ricco di particolari ma al tempo stesso ferito, decadente, sempre più in povertà. I personaggi, vecchi e nuovi, hanno in compenso una forza speciale, come se fossero predisposti ad affrontare i pericoli e le avversità, cercando pur sempre di mantenere i legami affettivi, nel tentativo di continuare a rimanere umani.
Nonostante questo, però, la dolcezza non è certo l’elemento predominante nella saga di Philip Reeve, che con uno stile graffiante e incisivo riesce ancora una volta ad emozionare in modo intenso. Inoltre, la critica che muove alla società fa riflettere inevitabilmente il lettore, che si domanda dove potrebbe finire il presente e se davvero si è così lontani dai pronostici dello scrittore. L’azione, ovviamente, accompagna i protagonisti verso un finale toccante e davvero soddisfacente: penso, però, di non averne abbastanza di questo meraviglioso mondo di metallo e vapore. Spero davvero di poterci tornare, con la trilogia prequel o, chissà, con un nuovo inaspettato seguito.
Ho sempre creduto in Macchine Mortali e finalmente anche in Italia può godere di un posto speciale nelle librerie dei fan!

Review Party: Recensione di “Luci di guerra” di Michael Ondaatje

« C’erano parti della città in cui non si vedeva nessuno, solo bambini che camminavano solitari, indifferenti come piccoli fantasmi. Era un periodo di fantasmi di guerra, con i palazzi grigi senza luci, anche di sera, le finestre infrante chiuse con materiale nero dove c’era stato il vetro. la città appariva ancora ferita, insicura di sé. Permetteva alle persone di essere senza regole. ormai era già successo tutto. o no? »

Se c’è qualcosa di più oscuro degli avvenimenti legati alla guerra, è sicuramente il ricordo che tormenta chi l’ha vissuta, anche a distanza di anni.
Nathaniel e Rachel hanno vissuto tutto questo lontano dai genitori, che nel proposito di proteggerli li affidano a gente estranea mentre loro si allontanano da Londra verso Singapore, durante gli avvenimenti del 1945. Ai due fratelli era stato detto che così sarebbero stati al sicuro, che non avrebbero sofferto la distanza e che avrebbero avuto tutto ciò di cui avevano bisogno. Non hanno modo di reagire o respingere la scelta del padre e della madre, così con apparente indifferenza, o forse più con shock, si ritrovano a vivere insieme a “Falena” e altri particolari ed enigmatici individui.
Alla ricerca del motivo che ha spinto i genitori ad andarsene, Nathaniel scopre di avere una vera passione per le mappe, che portano ordine e rigore nella sua vita inondata dal caos. Questo fa muovere lui, Rachel e coloro che ruotano attorno, interagendo, coinvolgendo e influenzando a seconda le loro vite, dall’adolescenza all’età adulta.
“Luce di guerra” può essere definito come la mappatura delle esistenze dei protagonisti, che esplorano e si esplorano alla ricerca di uno scopo e della verità celata dietro al dramma della guerra. L’autore non svela tutto subito, ma crea una caccia al pezzo del puzzle mancante che instilla nel lettore non solo una genuina curiosità ma anche un’inquietudine profonda al pensiero di non sapere a cosa si va incontro.
Il salto temporale tra la prima e la seconda parte è davvero sorprendente, soprattutto per il come ci si arriva. Nei personaggi si ritrova una nuova consapevolezza di sé, ma comunque ancora le stesse incertezze che proprio non vogliono scollarsi di dosso.
Lo stile è semplice ma molto descrittivo, sia per le scene in sé che per le introspezioni.
Un romanzo del tutto inaspettato e uno scrittore a me sconosciuto fino ad ora. Sono davvero curiosa di poter leggere altre sue opere, perché “Luci di guerra” è un lampo di luce che s’imprime nella retina e rimane a lungo nei ricordi.

Review Party: Recensione di “I love shopping a Natale” di Sophie Kinsella

« A questo pensiero mi sento pervasa da una sensazione di calda felicità. Natale è così… è così nataloso. L’albero. I regali. Il presepe che abbiamo da sempre [...] I canti di Natale e mia madre che finge di aver preparato lei il pudding. Papà che accende il fuoco e Janice e Martin che passano a bere uno sherry con degli orrendi maglioni natalizi. Il fatto è che il nostro Natale in famiglia è sempre uguale. Ed è bello così. »

Il periodo che va da settembre alla fine dell’anno è sempre quello che trovo più emozionante, perché pieno di eventi positivi che allietano in qualche modo il passare del tempo. Non solo ottobre è il mese in cui compio gli anni, ma anche il periodo di Halloween, quello delle zucche, delle ciambelle e delle foglie secche in cui tuffarsi a capofitto.
Certo, con tutto questo è davvero difficile pensare al Natale, che però fa subito capolino nei miei pensieri dal primo di novembre. E quale miglior modo di anticipare l’atmosfera con un bel libro a tema? Sophie Kinsella manca tra le mie letture da diverso tempo, sono davvero felice che sia capitata di nuovo per un evento così bello e importante.
La magia del Natale affascina anche Becky Bloomwood, che come da tradizione festeggia le feste a casa dei suoi genitori, con tutta la famiglia. È molto attaccata alle piccole cose, come il cibo, i maglioni tipici, il presepe, i regali, la condivisione e l’amore che accomuna i suoi cari.
Ma le cose cambiano, quando mamma e papà sono in trasferta vicino a Londra e chiedono proprio a lei di pensare a tutta l’organizzazione. Non le è sembrato mai che cascasse il mondo come in questa occasione! Becky per fortuna ha un piccolo asso nella manica, che da anni non l’abbandona: lo shopping. Quale miglior modo per risolvere questa incombenza?
Nonostante siano passati diversi anni dall’inizio delle sue avventure, Becky non perde ancora il guizzo e la simpatia che l’ha sempre caratterizzata. Le sue peripezie sono divertenti e tanto spassose da far scappare sul serio delle risate di gusto. Questo perché se da un lato Becky è l’esperta per eccellenza quando si tratta di shopping, dall’altro tende sempre a farsi prendere troppo la mano, esagerando e conseguentemente trascurando le cose essenziali e più importanti. Le sue compere sono al passo con i tempi reali, passando dalle buste da negozio agli scatoloni recapitati tramite corriere. Questo rispecchia molto la società in generale, che ormai acquista attraverso un semplice click molto più rispetto a girare per i negozi.
Questo però sembra dare priorità all’aspetto materiale più che a quello conviviale e simbolico, tipico delle feste. Becky dovrà imparare proprio questo: riscoprire i veri valori del Natale e della famiglia.
Al divertimento vengono accostate scene davvero toccanti, che sul finale riescono a far scappare qualche lacrima di commozione.
È difficile non consigliare Sophie Kinsella, soprattutto quando si è a caccia di letture leggere e veloci. Per entrare nello spirito natalizio, quest’anno affidatevi completamente a lei!

Review Party: Recensione di “La giostra delle anime” di Francesca Barra e Claudio Santamaria

« Gli esseri umani vogliono in fondo una cosa molto semplice: vivere l’incanto, un attimo stupefacente che li distragga dalle paure di tutti i giorni. »

Alle pendici del Vulture in Lucania, un giorno apparentemente casuale avviene un piccolo miracolo: la nascita di due splendide bambine. Ma la loro venuta al mondo, purtroppo, è conseguente alla morte della loro madre, che è costretta a lasciarle in balia delle intemperie, nella speranza che la salvezza giunga. La natura, però, che con la sua forza sa essere distruttrice, decide di prendere nel suo grembo le gemelle, che vengono nutrite e svezzate in modo misterioso e, come scopriranno in futuro, speciale. La vita per Eva e Anna non sarà però affatto facile: passando di mano in mano, finiscono ben presto in un orfanotrofio dove passeranno buona parte della loro vita, rinchiuse. 
Villa Nivelli è un luogo arido e triste, caratterizzato solo da una giostra che cerca di allietare le giornate dei bambini. Anna e Eva crescono con una sintonia tutta loro, sempre insieme, illuminate dal fuoco che ha radice nell’animo e nei loro capelli rossi. L’aspetto è per gli altri motivo d’inquietudine, basta poco per loro essere additate come streghe. Ciò non è del tutto sbagliato: la natura, infatti, aveva dato loro dei doni che avrebbero determinato il loro futuro. L’istinto e il carattere fa loro da guida, svelando con la crescita le differenti aspirazioni e, per parte della loro vita, allontanandole e separandole.
Ma il cerchio gira sempre e il passato si specchia nel futuro, attraverso volti conosciuti e sconosciuti: la nipote di Eva, Angelica, ora è vittima degli stessi soprusi che subivano da giovani le sue parenti. Come sfrutterà i poteri che scopre di possedere?
Con uno stile semplice ma trainante, Barra e Santamaria avvolgono il lettore in una storia intensa, che ha il sapore dolce dell’innocenza ma al tempo stesso amaro per i problemi che inevitabilmente attraversano una vita. Fin dalla prima pagina è impossibile rimanere indifferenti alla storia di Eva e Anna, che sembra voler parlare del quotidiano, denunciando situazioni scorrette ma purtroppo fin troppo diffuse, ma lo fa attraverso occhi puri e delicati. L’elemento magico si accosta perfettamente a tutto questo e cerca di dare un palliativo alle difficoltà e uno spunto per uscire da una situazione difficile. 
Come già ribadito più volte, romanzi che trattano determinate tematiche ce ne sono a bizzeffe. Ma c’è sempre qualcosa di affascinante nel leggerle, perché ogni vita ha una sua storia, sempre diversa dalle altre.
“La giostra delle anime” è una lettura che ha saputo colpirmi ed emozionarmi, lasciandomi dentro un pizzico di quella magia che scorre dentro ognuna delle sue pagine.