Review Party: Recensione di “Hunger Games – Il canto della rivolta” di Suzanne Collins

« Se noi bruciamo, voi bruciate con noi! »
 
Ed eccoci arrivati alla fine.
Il mondo di Katniss è andato letteralmente in cenere, la sua mente non riesce a riprendersi davvero. Ma i ribelli hanno bisogno di lei, della sua forza e del suo coraggio, che risorga come una fiera Ghiandaia Imitatrice. Il desiderio di vendetta nei confronti del presidente Snow arde in lei più che mai e questo sprona il popolo a non cedere di fronte al potere di Capitol City e a lottare per rovesciare il sistema. Ad ogni costo.

Il terzo libro della serie di Hunger Games è sicuramente il più crudele di tutti, nonostante nei precedenti ci sia già brutalità da vendere. Arriva il momento di salutare i personaggi, in un modo più o meno brusco, con il fiato sospeso fino alla fine della storia. Le stesse emozioni di anni fa mi hanno travolto ancora una volta, sorprendendomi e riuscendo a farmi empatizzare con i protagonisti e le situazioni.
In questo capitolo ritengo che Katniss abbia il cambiamento più grande in assoluto, cercando di far convivere in sé il terrore e il desiderio di essere una guida per i più deboli e indifesi.
Il finale, ancora una volta, non è facile da digerire, ma fa credere che da una terra secca e ferita può rigermogliare qualcosa, nonostante questa porterà per sempre con sé le cicatrici nel profondo.
Questa ristampa è davvero un’occasione imperdibile per recuperare una delle saghe più famose del suo genere. Personalmente la copertina che adoro più di tutte in assoluto è proprio quella de Il canto della rivolta, seguita da quella de La ragazza di fuoco.
Ultima confessione: anche se conosco tutti gli attori, non ho mai visto i film! Ma questa breve maratona mi ha acceso il desiderio di recuperarli, finalmente! Chissà che non mi aspettino altre sorprese!

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