Review Party: Recensione di “Una cittadina tranquilla” di Elsebeth Egholm

« Dove prima c’erano sicurezza e benessere ora si era insinuato un senso di precarietà. Come se ogni cosa, la vita, all’improvviso fosse stata ribaltata e si specchiasse in un luogo totalmente diverso dal solito. »

Benvenuti al review party di un nuovo thriller targato Newton Compton: “Una cittadina tranquilla” di Elsebeth Egholm.
In una serata come tutte le altre, la località danese Århus viene sconvolta dal ritrovamento di un neonato morto in un canale.
Dicte si è lanciata in acqua invano, prima di arrendersi alla tragedia in compagnia delle amiche Anne e Ida Marie. Giornalista del luogo, la donna si trova a dover indagare sull’omicidio, cercando di dare una spiegazione razionale a qualcosa che non ha nulla di giustificabile.
Dall’incubo del corpicino galleggiante in una bacinella, alla scritta “Muori” sulle fronti di alcuni neonati della clinica del paese, il caso porta la protagonista ad addentrarsi nell’orrore, che va sempre più di pari passo con gli eventi che la legano al passato.
La vicenda non ruota principalmente intorno alle indagini, ma piuttosto all’impatto che ha avuto sulla vita delle tre donne citate. Dicte si è trasferita con la figlia Rose dopo il divorzio, alla ricerca di una nuova vita. Lei è il personaggio più ambiguo, avvolta da un velo di mistero che qui potrebbe finalmente cadere. Anne è un’ostetrica, che vede nel suo lavoro la bellezza e il miracolo della vita, ma qui si trova a dover guardare con occhio clinico il piccolo e cercare di tenere per sé i tormenti che questo le ha causato: il rapporto con suo marito è sempre più sottile. Ida Marie cerca di tornare alla quotidianità dopo la scoperta. Dopo tante difficoltà è riuscita a rimanere incinta e il parto è imminente: pensare che la vita è indissolubilmente legata alla morte la fa cadere in una spirale di panico che presto si trasformerà in terrore.
Tre donne, insoddisfatte della propria vita. Per loro quella notte può rappresentare una svolta.
La parte investigativa, comunque, è spiegata in modo interessante e accattivante. La storia scorre senza intoppi, ma senza particolare azione, che differenzia il libro da altri dello stesso genere.
Ciò che spinge a proseguire la lettura è la ricerca della motivazione di un atto tanto crudele. Che movente può esserci dietro l’abbandono di un neonato? Questa è una domanda che spesso ci si pone, specie di fronte a fatti di cronaca nera simili a questo. Sconvolge molto di più l’innocenza tinta col sangue rispetto ad altre notizie.
Non aspettatevi adrenalina e azione, nonostante questo “Una cittadina tranquilla” rimane un libro coinvolgente e piacevole da leggere.

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