Review Party: Recensione di “Questo canto selvaggio” di Victoria Schwab


« Avrebbe potuto andarle peggio – la perdita dell’udito era solo parziale – ma era troppo furba per permettere che altri le vedessero. Erano un segno di debolezza, comunque, e la debolezza non si doveva mai mostrare: glielo aveva insegnato Harker a dodici anni, quando le cicatrici erano ancora recenti. “Perché?” gli aveva chiesto, siccome era giovane e stupida. “Ogni debolezza espone la carne” le aveva risposto. “E la carne invita il coltello.” »

Grazie a Giunti ho avuto modo di leggere un libro che mi ha conquistata fin dalla prima pagina: sto parlando di “Questo canto selvaggio” di Victoria Schwab, primo libro di una duologia distopica.

Ho sentito davvero tanto parlare di questa scrittrice, acclamata da molte persone. Avevo il timore che tutta questa carica d’aspettativa non me l’avrebbe fatta apprezzare, invece ora posso capire come mai abbia avuto così tanto successo. “Questo canto selvaggio” è un libro veramente originale.

Ci troviamo a Verity City, una città violenta e spezzata dai diversi scontri provocati dagli umani. Ad ogni azione malvagia commessa, vengono generate delle creature mostruose: i Corsai sono i divoratori di carne, i  Malchai del sangue e i Sunai, più rari, che risucchiano le anime peccatrici attraverso la musica.

Harker e Flynn sono i rispettivi capi fazione: uno a Nord e l’altro a Sud.
Kate Harcker è ossessionata da un unico obiettivo: risultare una degna erede agli occhi del padre. Solo così, lei pensa, potrà conquistare la sua stima e il suo amore.  
August è stato adottato dalla famiglia Flynn, protetto e nascosto alla comunità a causa di un importante segreto: la sua identità di Sunai. Non si separa mai dal suo violino, anche se desidererebbe ardentemente una vita normale, da umano. Il ragazzo, inoltre, non è felice del trattamento riservato: vuole scendere in battaglia e rendersi utile. L’occasione gli si presenta quando viene inviato come infiltrato a spiare il nemico.
Due giovani appartenenti a mondi diversi, ma che sapranno creare un legame d’amicizia indissolubile. La temeraria ragazza vorrebbe scoprire cosa si nasconde dietro il velo di mistero in cui August è avvolto. Quale potrebbe essere la reazione di fronte alla verità?

Il punto di forza di questo libro è sicuramente l’affascinante ambientazione: dai luoghi alle creature descritte, la Schwab è riuscita a creare nella mia mente delle figure ben precise, come di fronte ad un film proiettato al cinema. L’immaginazione della scrittrice sembra non avere confini, sono esaltata all’idea che questa sia solo la prima delle sue opere che ho modo di leggere. Tuffarsi nella sua mente è stata una delle esperienze più belle, quest’anno.

Finalmente una storia che non si basa sull’amore tra i protagonisti, perché a Verity City non c’è spazio per l’amore: è la crudeltà, ormai, a farla da padrona.
Nonostante questo non potrete fare a meno di amare il legame che si crea tra i due ragazzi. August è il mio personaggio preferito, mentre Kate non sono riuscita a farmela piacere totalmente per alcune scelte. 

Un tema come la pericolosità del genere umano, che crea conflitti intestini nonostante le conseguenze catastrofiche, è qui trattato in maniera incisiva e particolare: non è il mostro d’aspetto il nemico, ma la scalata verso il potere e la supremazia corrode le anime dei forti, fino a far dimenticare la propria natura.

Sono davvero felice di aver avuto l’occasione per potervi parlare di questo libro, attendo con trepidazione il secondo.

2 thoughts on “Review Party: Recensione di “Questo canto selvaggio” di Victoria Schwab

  1. Ciao Tiziana, finalmente ho mantenuto la promessa che ti ho fatto ed ho letto la recensione di questo libro che mi hai tanto consigliato. Devo dire che l'idea di base non è male, però non so se rientrerebbe esattamente nei miei gusti, magari ci penso un po' su e poi decido se comprarlo o meno 🙂

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