Review Party: Recensione di “Winter” di Marissa Meyer

« “E… io ho un posto in questo futuro?”
Lo sguardo di Kai si addolcì. Lasciando il tubo, si portò una ciocca ribelle dietro l’orecchio. “Dipende se penso a un futuro positivo o a un futuro negativo.”
La cyborg appoggiò la testa nell’incavo del suo collo. “Pur di esserci, mi vanno bene entrambi.” »

Finalmente è uscito in Italia “Winter”, l’ultimo libro della serie de “Le Cronache Lunari” di Marissa Meyer. La pubblicazione è stata sofferta e sudata fino alla fine, ma grazie a Mondadori finalmente possiamo avere in libreria la saga completa.

I blog che partecipano a questo Review Party sono i seguenti:

Bookitipy
Bookspedia
Chronicles of a bookaholic 
Devilishly Stylish 
Il tempo dei libri
I libri sono un antidoto alla tristezza 
Libri al caffè 
La cercatrice di storie
La lettrice sulle nuvole
Le passioni di Brully 
Le mie ossessioni librose
Questione di libri
THE MAD OTTER
Viaggiatrice pigra

C’è da dire che il primo libro, “Cinder”, non mi aveva entusiasmato più di tanto, ma con “Scarlet” è stato un crescendo mozzafiato!
Credo che questa sarà l’ultima recensione del mese, è un buon modo per concluderlo.

Per chi ancora non conoscesse questa saga, si tratta di un re-telling fiabesco in chiave sci-fi e distopico in cui le protagoniste ricordano alcune principesse ben note, ma mostrate sotto un aspetto totalmente diverso.

Partendo da Cinder, per passare a Scarlet, poi a Cress e infine a Winter, Marissa Meyer è stata in grado di svelare gradualmente al lettore un mondo complesso e intrigante da cui è sinceramente un dispiacere doversene distaccare.

In questo libro facciamo la conoscenza della Lunare Winter, una giovane ragazza che cerca da sempre di sopprimere il proprio potere per non sentirsi un mostro. Di conseguenza, gli effetti collaterali sono talmente destabilizzanti che tutti, attorno a lei, la considerano una pazza. Non passa troppo tempo prima di conoscere il resto del gruppo, che si addentra nella città di Artemisia, capitale della Luna, per porre finalmente fine al regno di Levana.

Questa new entry mi ha ricordato molto Elsa del film Disney “Frozen”: ho amato la sua fragilità trasformata in determinazione e il suo desiderio di non cedere alla propria natura, nonostante questo le abbia rovinato la vita.

Scrivere un bel finale di una saga non è mai semplice, specie quando l’aspettativa dei lettori è alta. Ho iniziato quest’ultimo libro in preda all’ansia, anche per questo non è stato difficile leggere velocemente le oltre 600 pagine da cui è composto.

L’attesa per la pubblicazione è valsa la pena: ogni cosa rimasta in sospeso viene chiarita e conclusa, senza lasciare nulla al caso, in un lieto finale degno delle fiabe che mi venivano raccontate da bambina.

Salutare le meravigliose eroine della Meyer è faticoso, ma so che quando vorrò rincontrarle mi basterà sfogliare le pagine della saga. Loro saranno lì a mostrarmi come essere una donna migliore, nonostante i nostri mondi siano così lontani e differenti.

A Party with Stephen King: Recensione di “L’acchiappasogni”


« Non sappiamo quali saranno i giorni che cambieranno la nostra vita. Probabilmente è meglio così  »

Con oggi si conclude “A Party with Stephen King”, l’evento volto a celebrare le opere del Re riedite da Pickwick in una nuova e bellissima veste grafica.
Stephen King è uno di quegli scrittori che figurano nel mio pantheon dei mentori: l’ho sempre ritenuto un uomo dalla mente brillante e affascinante, controverso e in un certo senso dannato.
King è un autore che è stato in grado di farsi conoscere praticamente in tutto il mondo, nonostante il rapporto con ognuno sia unico e schierato da una parte piuttosto che l’altra: o lo si ama o lo si odia.
Non sempre è riuscito a coinvolgermi, ma nutro un profondo rispetto per il suo lavoro e dedizione.
Quello di cui vi parlo oggi è un libro di cui piuttosto raramente si parla: L’acchiappasogni, adattato per il cinema nel 2003.
Per l’opinione pubblica è una delle sue opere meno riuscite, forse perché scritto durante il periodo di convalescenza successivo all’incidente stradale del 1999, che lo segnò profondamente.
Come con lo scrittore, anche con il terrore ho un rapporto altalenante. “L’acchiappasogni” è giunto a me in un periodo in cui desideravo ardentemente scacciare la negatività, proprio come l’oggetto del titolo del libro si dica che faccia con gli incubi.
Il risultato è stato soddisfacente e sicuramente del tutto inaspettato, in quanto ero convinta di addentrarmi in determinate atmosfere per venire catapultata in tutt’altro.
Ci troviamo a Derry, nota città dei libri ben più apprezzati It e Insomnia. Duddits, affetto da sindrome di Down, viene salvato da Henry, Jonesy, Beav e Pete, a cui decide di fare un dono speciale: il potere di “vedere la riga”.
Questi quattro si ritrovano ogni anno, fino all’età adulta, per una caccia al cervo nel Maine. Ma quando alla loro baita giunge un uomo apparentemente bisognoso d’aiuto, le loro esistenze si trasformano in un vero e proprio incubo.
“L’acchiappasogni” fa chiaro riferimento all’inquietudine provata nel guardare certi episodi di “X-Files”: l’elemento paranormale, però, non è il fulcro della storia, ma piuttosto lo è il forte legame d’amicizia che va oltre il tempo e affronta una sfida importante come la lotta tra il Bene e il Male e la cui chiave è rappresentata dal piccolo acchiappasogni del rifugio. 
La bellissima e contemporanea serie tv “Stranger Things” ha molto di questi elementi, ed è proprio sul fattore nostalgia che ha puntato il meritato successo. 
Fantascienza e horror si amalgamano alla perfezione per creare una storia intensa e dolorosa narrata attraverso gli occhi di personaggi realistici e ben costruiti, con cui non si può non essere empatici.
Non è un libro per tutti, specie per chi non riesce a digerire scene particolarmente scabrose. Ma sicuramente un libro sorprendente e meritevole di essere letto, che può fare da punto di partenza per opere sicuramente più note ed eccelse.
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Recensione: “Nacheera” di Valentina Di Caro

« …qualcosa dentro di me, più forte di una semplice sensazione, mi suggeriva che quello era solo l’inizio. L’inizio di una storia a cui non si può credere se non la si vive e a me stava capitando, solo che non mi era chiesto semplicemente di crederci: a me era chiesto di viverla e di farne parte. »

Il magico potere della lettura non è cosa che si presenta sempre. Ma nel momento in cui ho posato gli occhi sulle prime righe di “Nacheera” di Valentina Di Caro, mi sono sentita come trasportata in un mondo familiare. Sono tornata quella bambina che credeva nella meraviglia del fantastico, l’adolescente che desiderava scrivere storie e sognava un giorno di poterle pubblicare.
Una sensazione rara, “l’imprinting” tra me e questo libro. Perfino il forte elemento romantico non mi ha dato fastidio.
Il romanzo fantasy di Valentina parla di una giovane ragazza di nome Sara, una sognatrice che sa vivere con i piedi per terra. L’entrata in classe del nuovo arrivato Federico attira inspiegabilmente la sua attenzione: come se quella novità le fosse in qualche modo già conosciuta.
Federico, in realtà, è un paraninfo: una creatura magica che porta Sara nel mondo dei Nacheera, antico popolo di cui l’umanità ne ha perso le tracce nel tempo. Qui, la giovane scopre di essere la tredicesima Fata bianca, chiamata ad ascoltare le urla disperate della sua gente in cerca di aiuto contro la tirannia del malvagio Lorcan. Solo lei potrà essere in grado di sconfiggerlo e preservare la Sorgente dalla distruzione. Il percorso non sarà per niente facile, ma grazie all’ausilio di Federico, Sara affronterà le difficoltà e crescerà spiritualmente. 
Il mondo creato dalla scrittrice è ricco di elementi tipici del fantastico, dai paesaggi suggestivi alle affascinanti creature. In questo si vede la cura della stesura del libro, durata diversi anni che sono certamente valsi alla causa.
La storia nel complesso è semplice e originale, piena di informazioni ed eventi che non permettono distrazioni.

Accanto all’avventura, non manca un messaggio ambientalista, volto al rispetto per la Natura di cui sempre più spesso l’uomo non dà conto. Questo comportamento lo ha portato a dimenticare un mondo costretto a restare parallelo, di una bellezza sconfinata di cui non meritiamo più la vista.

Magari le fate esistono davvero, ma non siamo più capaci di percepirle.
Ringrazio molto La Ponga Edizioni per avermi dato modo di leggere questo libro.

Cover Reveal: “Sempre e solo lei” di Claire Kingsley

Era da un po’ che non partecipavo ad un Cover Reveal, quello che vi presento oggi è il libro romance “Sempre e solo lei”, primo della serie “Always” di Claire Kingsley, edito da Quixote Edizioni.

La Cover Artist è la bravissima Angelice della Angelice Graphics:

Il migliore amico di Kylie, Braxton, è l’uomo più bello che abbia mai conosciuto, con un corpo tonico e un sorriso che fa cadere le mutandine di ogni donna che incontra.
Tranne Kylie. Circa.
Kylie non vede l’ora di smettere di uscire con le persone sbagliate e di trovare quella giusta.  Sebbene Braxton le tolga il respiro, sa che con lui sarebbero solo problemi. È solo un altro playboy, e lei è stanca di giocare.
Ma Braxton non è l’uomo che pensa che sia.
La ragione per cui si comporta così male con le donne è semplice: nessuna di quelle con cui sta è realmente quella che vuole. Nessuna di loro è Kylie.
Braxton vorrebbe amare Kylie in ogni modo possibile, ma c’è sempre un ostacolo. Quindi rimane suo amico, guardandola frequentare uomini troppo stupidi per apprezzare quanto lei sia speciale, sempre preoccupato che il prossimo non lo sarà. Il prossimo sarà l’uomo che gliela porterà via per sempre.
Amare Kylie vorrebbe dire rischiare di rovinare per sempre loro amicizia, ma perderla potrebbe essere più di quanto Braxton sia in grado di sopportare.

Review Party: Recensione di “La piccola casa dei ricordi perduti” di Helen Pollard

« E se brindassimo alle risate in faccia alle avversità… e all’amicizia inaspettata? »


È sempre una piacevole sorpresa rimanere travolti da una storia fin dalla prima pagina.
Questo è quello che è capitato a me con “La piccola casa dei ricordi perduti” di Helen Pollard, primo di una trilogia romance in uscita proprio oggi.
Ringrazio la Newton Compton per avermi dato la possibilità di leggere in anteprima questo romanzo.
I lettori inglesi già ne vanno pazzi, e a mio parere questa volta l’acclamazione va premiata.
La trentunenne Emmy è consapevole che la sua relazione con Nathan sta lentamente andando a pezzi; per questo organizza una vacanza per riallacciare il rapporto e ritrovare l’uomo di cui si era innamorata. Meta prescelta è la tranquilla pensione francese “La Cour des Roses”.
Ma poco dopo il suo arrivo, la donna scopre il tradimento del compagno con la proprietaria dell’hotel, Gloria, ed è costretta ad osservare impotente la folle fuga dei due.
Presa dallo sconforto iniziale, Emmy non si sente di lasciare solo Rupert, marito di Gloria, e decide così di rimanere lì per aiutarlo con la gestione della struttura. I due allacciano uno stretto rapporto d’amicizia e complicità, che li porta a risollevarsi dalle rispettive disastrose relazioni.
Inizia inoltre a conoscere altri membri dello staff, tra cui la donna delle pulizie Madam Dupont, il commercialista Alain e l’affascinante e giovane giardiniere Ryan.
Non senza difficoltà, la donna troverà la forza di superare un evento negativo come la fine di una relazione, riappropriandosi della propria vita e riscoprendo l’apprezzamento per sé stessa indipendentemente dalla presenza di un uomo.
Molto più della conoscenza con Ryan, ho amato follemente il rapporto tra Emmy e Rupert: un’amicizia nata dalle sfortunate circostanze porta al sostegno e alla comprensione tra due persone fino al giorno prima perfette sconosciute, fino a giungere al riscatto di entrambi.
Il titolo e la trama, così com’è stata scritta, possono risultare fuorvianti, e far credere che l’atmosfera che si respira sia di tutt’altro punto: un po’ frizzante, un po’ divertente, nonostante si parta da un fatto negativo.
In realtà, la delicatezza con cui seguiamo Emmy fin dalla prima pagina, che ricorda molto la raffinata campagna francese, rimane costante dall’inizio alla fine in ogni vicenda che si sussegue.
Il suo coraggio dovrebbe essere da esempio per tutte le donne che credono di non farcela a superare un rifiuto, nonostante è da considerarsi che anche lei si senta insicura e commetta degli errori, prima di tornare sui propri passi. È umana, e ho apprezzato molto una caratterizzazione così realistica e plausibile.

Non ho potuto fare a meno di rispecchiarmi nella protagonista e comprendere lo sgomento di trovarsi accanto una persona di cui poteva fidarsi, ma che si è rivelata totalmente diversa. Ho compreso la rabbia, purtroppo persone aride, assurde e infantili come Nathan esistono davvero.
“Ritorno alla casa dei ricordi perduti” uscirà il 27 Luglio. Lo attendo con sorprendente emozione, sperando che il livello della storia vada in crescendo e non deluda le mie aspettative.
Consiglio questo romanzo veramente a tutti, potete acquistarlo sul sito dell’editore o al seguente link.