Review Party: Recensione di “Catherine House” di Elisabeth Thomas

Poter accedere all’educazione offerta da Catherine House è il più grande privilegio a cui si possa ambire. Le menti più brillanti conosciute arrivano proprio da lì, un luogo che ha tutto ciò di cui si può avere bisogno. Unica condizione? Rimanere rinchiusi tra le sue mura per la durata di tre anni.

Il romanzo d’esordio di Elisabeth Thomas ci fa fare la conoscenza di Ines, una ragazza arrivata a un punto di non ritorno, tanto da vedere in Catherine House una via di fuga da tutto. Qualcosa nel suo passato la tormenta, ma presto si rende conto che c’è qualcosa di ancora più fastidioso in questo luogo.

Catherine House è inquietudine, competizione, frustrazione. Non solo è la culla del sapere ma anche di misteriosi rituali che rendono il sovrannaturale tangibile. Assistiamo quindi a un ribaltamento già precedentemente conosciuto, in cui l’ambiente si trasforma da positivo a negativo. I suoi segreti parrebbero esserci inaccessibili, specie seguendo il punto di vista di Ines non sempre lucido.

Momenti un po’ piatti e ripetitivi si alternano, fortunatamente, all’atmosfera cupa e ai colpi di scena, creando il giusto dinamismo per riuscire ad arrivare senza troppa fatica al finale. Rimane un pelo sotto le aspettative, ma l’ho trovata comunque una lettura gradevole.

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