Review Party: Recensione di “Tutto in un bacio” di Julia Quinn

Può un vecchio diario di famiglia racchiudere i segreti di un’eredità senza precedenti? Questo è ciò che rimane a Gareth della sua amata nonna: pagine e pagine di scritti senza poter conoscere davvero il loro contenuto. Sapere l’italiano non è tra le sue abilità e solo la vicinanza con Hyacinth Bridgerton potrà salvarlo dal destino infausto che ha in serbo per lui suo padre.

Ma è proprio l’eredità perduta ciò di cui ha davvero bisogno per sentirsi completo e scaldare il suo cuore?

Settimo libro della serie dedicata ai Bridgerton e ancora riesco a rimanere affascinata e presa dalle storie che Julia Quinn è riuscita a intessere.

Hyacinth in questo romanzo spicca per la sua intelligenza e il carattere piuttosto caparbio. Ha vissuto fin da piccola osservando i suoi fratelli e sorelle maggiori vivere i grandi eventi della vita, tra cui trovare il vero amore, non sempre con una via ben spianata. Per questo ha in qualche modo covato in sé un desiderio di non accontentarsi o di farsi conquistare dal primo corteggiatore: per lei le apparenze non contano.

Un personaggio che si sposa bene con Gareth, nonostante le vite dei singoli non siano andate proprio di pari passo. L’uomo infatti ha sempre vissuto nel risentimento di suo padre, Conte di St. Clair, privandosi della gioia di avere una madre e infine costretto a un matrimonio combinato. Farà di tutto per proteggere il suo futuro, anche senza sapere cosa questo ha in serbo per lui.

La Quinn non perde occasione di far scorrere la storia con dei toni ironici e divertenti, che stuzzicano e intrattengono al pari delle scene romantiche. Lo stile di scrittura scorrevole rende ancora una volta la lettura fresca e leggera, una boccata d’aria che mi fa apprezzare sempre di più il regency, quello fatto bene e non improvvisato, studiato com’è giusto che sia senza tenere conto delle mode del momento.

“Tutto in un bacio” è assolutamente promosso. Non promuovo affatto che a breve questa serie per me sarà riposta tra le letture concluse, perché al solo pensiero mi sento un po’ più triste.

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