Review Party: Recensione di “L’ossessione” di Wulf Dorn

Quando si parla di Wulf Dorn è automatico il passaggio mentale che collega lo scrittore al genere thriller. D’altronde, il suo nome lo precede, visto quanto nell’ultima decina di anni sia stato apprezzato a ogni romanzo pubblicato. Pensare che con “L’ossessione” si ritorna alle origini, ripescando i personaggi di “La psichiatra” fa venire i brividi e l’aspettativa è molto più alta che per altre sue opere.

Tra le pagine spicca subito la figura di Mark Behrendt e il lavoro che l’autore fa per analizzare questo personaggio fin nelle viscere è accurato, forte e intenso. Ogni dettaglio non stanca e anzi, da elementi sempre più chiari al lettore per entrare nel cuore della storia e comprenderne ogni meandro, pur lasciandosi sorprendere dalla trama intricata.

Mark ha già dovuto affrontare orrori indicibili in passato e ora, purtroppo, sembra che debba tornare a fare i conti con qualcosa di nuovo ma altrettanto orrido, affrontando misteri bagnati col sangue fino, forse, a riemergere sano alla fine della storia. Questa sanità tocca nel vivo anche il lettore stesso, che sviluppa sempre più un’ossessione per la vicenda, incapace di staccarsene se non a conclusione. Wulf Dorn torna col botto portando con sé i vecchi astri che lo hanno reso grande, rinnovandosi e divertendosi nell’intessere questo nuovo libro.

Se c’è una cosa su cui si può stare tranquilli è la scorrevolezza del romanzo, che cattura fin da subito nella sua tela offrendo ore d’intrattenimento puro. Ci si meraviglia a ogni colpo di scena senza poter prevedere alcunché. Non è per niente facile, soprattutto per un autore come lui che ha a ogni opera l’ingrato compito di soddisfare aspettative sempre più alte.

Se ancora non conoscete questo autore, è il momento perfetto per recuperare entrambe le sue opere, per avere un chiaro quadro del talento di Wulf Dorn per i thriller.

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