Review Party: Recensione di “Settimana nera” di Enrico Emanuelli

In una Somalia ai tempi dell’Afis, gli ex colonizzatori vengono richiamati per portare ordine in un paese nel pieno di un’evoluzione economica. Regina, una delle donne africane più belle, sa cosa quegli uomini possono fare: ne porta i segni sulla pelle e nel cuore, per tutte le notti in cui ha dovuto intrattenersi con ognuno di loro. Quando scatena l’interesse di due bianchi, ha inizio un intenso racconto, il suo, che la innalza a donna che aspira a un’indipendenza anziché a mero oggetto piegato al volere di terzi.

Torna in libreria uno dei romanzi più noti di Emanuelli, riportando all’attenzione un periodo storico particolare che ha l’Italia tra i maggiori protagonisti. Quella diell’autore non è solo una narrazione dedicata agli eventi accaduti, ma una vera e propria denuncia delle condizioni che vertevano in quegli anni, condizioni di sfruttamento e violenze che con troppa facilità sono cadute nel silenzio.

Con una sorprendente presa emotiva si entra così nella vita di Regina e dell’uomo senza nome che sviluppa per lei un’ossessione incontrollabile. Il racconto, seppur di fantasia, si incastra bene nel contesto reale del colonialismo, risultando verosimile e in grado di far riflettere su ciò che davvero è successo.

“Settimana nera” mostra la complessità umana attraverso punti di vista differenti e contrapposti, offrendo un’analisi accurata e al contempo intrattenendo con una trama che prende all’istante lo stomaco.

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