Review Party: Recensione di “Custode dell’Oltretomba” di Emanuela A. Imineo

Dalle conseguenze delle proprie scelte, si passa inesorabilmente alle conseguenze che tali scelte hanno sugli altri.

Metelaine ne è consapevole perché, ogni giorno, vive sulla propria pelle lo strascico di oscurità che Moon si è lasciata alle spalle. Ogni giorno è lei a dover fare i conti con una realtà che non le appartiene più, una realtà folle specchio degli eventi che sono stati messi in moto senza che lei potesse fare nulla.

Sull’orlo di un baratro sconosciuto, è giunto il momento di prendere in mano il Fato e concretizzare desideri e ricordi. Anche se questo potrebbe comportare una scesa a patti perfino con la morte stessa.

Quando si pensa che nulla ormai possa ancora colpire a sangue, ecco che dall’ignoto emerge crudele uno sviluppo inaspettato, quello che mette in discussione ogni cosa fino a rimembrare particolari apparentemente insignificanti ma dannatamente fondamentali.

Nel momento in cui il puzzle si completa, perfino il dettaglio lasciato in un angolo osserva beffardo consapevole del proprio compito. Un compito marginale, magari, ma unico ed essenziale, necessario nonostante il suo essere microscopico.

È così che Emanuela si trasforma nel Custode stesso della sua storia, vigile ed eterea, governatrice di quegli stessi dettagli e quelle stesse trame di cui non ha mai fatto mistero, mostrandole con fierezza con il suo ormai inconfondibile stile.

L’atmosfera oscura è ora più che mai asfissiante, pregna di una carica emotiva e magica che incanta solo se si è disposti a lasciarsi andare, sapendo che si ritornerà in superficie senza aver visto un lieto fine. La storia che in poco tempo siamo stati abituati a conoscere si presenta crudele ma senza fronzoli o illusioni, ineluttabile come dovrebbe essere, calpestando con foga la reazione degli spettatori esterni.

L’onirico accarezza inquietante il tangibile, offrendo accordi ammalianti ma che si rivelano dolorosi per chi non è intenzionato ad andare in fondo a quell’abisso sconosciuto che può però mostrare un lato di sé stessi mai indagato.

Di Borgo Opaco rimarrà impressa l’impronta occulta che con coraggio ha inciso nelle menti di curiosi e viandanti, instillando insegnamenti e fonti d’ispirazione che spingono a decidere di stabilirsi con fissa dimora nel suo antro oscuro, ma così caldo e accogliente da volercisi perdere, sguazzando e godendo del suo oblio eterno.

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