Review Party: Recensione di “La casa del male” di Annalisa Strada e Gianluigi Spini

L’ombra della guerra è scesa minacciosa su tutta l’Italia, sussurrando il nome del Duce e portando con sé l’orrore dei bombardamenti e dell’occupazione nazista. Eppure, per Arturo c’è qualcosa di più importante e incombente a cui pensare: trovare il coraggio per conquistare Liliana. Perché l’adolescenza, anche se vissuta sotto una tragedia come la guerra, mette sempre e comunque quelle particolari esigenze davanti a tutto, mettendo da parte perfino la gloria di dei movimenti di ribellione che sempre più prendono piede contro il regime.

Un evento che sfugge al controllo, porterà il ragazzo a conoscere le cosiddette Ville Tristi, case in cui il male ha sempre dilagato con operazioni fasciste da far accapponare la pelle.

Il romanzo di Annalisa Strada e Gianluigi Spini porta alla luce uno spaccato storico che nel complesso rimarrà per sempre drammaticamente ricordato, ma concentrandosi su qualcosa che non viene praticamente mai messo alla luce. Se si è sentito parlare delle Ville Tristi, se ne conosce probabilmente soltanto la definizione analitica. Ma quale vaso di Pandora verrebbe scoperchiato, se si approfondisse maggiormente ciò che veniva portato avanti tra quelle mura?

Il lettore, ora, può scoprirlo attraverso gli occhi di un ragazzo, che vorrebbe semplicemente vivere spensierato la propria adolescenza, pensando all’amore e all’amicizia, elementi importanti ma che di fronte alla guerra potrebbero sembrare secondari o addirittura frivoli, per nulla importanti. Ma è proprio questo che il romanzo vuole far capire: l’importanza dei valori importanti della vita, che sono imprescindibili a prescindere dal periodo storico in cui si vive. Spesso sono proprio questi che ci aiutano a non crollare quando tutto intorno sembra remare contro.

L’orrore degli avvenimenti delle Ville è palpabile, fino a stare male, ma smorzato positivamente dagli autori, che anziché osservare dall’alto si calano nei panni del protagonista, osservando il mondo attraverso gli occhi di un adolescente. Ciò aiuta molto a non rendere l’opera troppo pesante per i contenuti cruenti e quindi fruibili anche da un pubblico giovane senza difficoltà e sempre nel rispetto di ciò che è avvenuto realmente in passato.

“La casa del male” è un ottimo contributo alla conoscenza di un periodo storico noto ma ancora molto indagabile, grazie alla scorrevolezza della trama e alla carica emotiva che ne consegue.

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