Review Party: Recensione di “L’angelo senza volto” di Kevin Frazier e Arto Halonen

Tra le strade di Copenaghen, per Palle Hardrup sembra avere inizio una nuova giornata, come tante altre, dopo il periodo passato in carcere. Invece, si ritrova al centro di una rapina a mano armata: è lui che imbraccia la pistola e inizia a sparare pretendendo i soldi. Successivamente all’arresto, Hardrup dichiarerà di aver compiuto tale atto contro la propria volontà. Ha inizio per l’ispettore Anders Olsen un’intricata indagine volta a fermare una scia criminale impazzita, che lo vedrà combattere contro il famigerato “Angelo Custode”, in grado di entrare nella mente degli altri e manipolarla a suo piacimento.

Mette i brividi sapere che il libro di Frazier e Halonen è ispirato a fatti realmente accaduti. Quello da loro orchestrato è un meraviglioso thriller psicologico, che lascia costantemente col fiato sospeso per l’imprevedibilità dei fatti narrati. Ho un debole per le storie legate a doppio filo con i meccanismi della mente, una scatola nera di cui si sa molto poco e che ancora cela misteriosi meandri all’occhio dell’uomo. Ogni capitolo parla letteralmente al cuore del lettore, che ne rimane rapito, come ipnotizzato, proprio come le vittime del famigerato Angelo. Il ritmo è serrato e lo stile degli autori coinvolge totalmente attraverso delle descrizioni accurate che suscitano emozioni forti, come la curiosità incredibile nello scoprire come tutto avrà una fine. Non ci sono difetti, né momenti piatti: ogni pagina è un colpo di scena dopo l’altro che alimenta l’ansia e fa in modo che non ci si possa staccare senza prima arrivare a chiudere il libro. “L’angelo senza volto” è una delle novità del momento che merita assolutamente di essere recuperata, per ciò che scatena nell’animo fino a rendersi indimenticabile.

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