Review Party: Recensione di “La spedizione Donner” di Douglas Preston e Lincoln Child

La spedizione Donner fa riferimento a un tragico avvenimento del 1846, anno in cui una squadra di pionieri americani intraprese un viaggio di ricerca che si bloccò tragicamente in Sierra Nevada. Pochi sopravvissero in tempo per l’arrivo dei soccorritori e l’avvenimento è avvolto in qualche modo in un’atmosfera macabra e inquietante, soprattutto per le azioni compiute dagli uomini per la propria personale sopravvivenza.

Clive Benton è riuscito ora a recuperare un diario di bordo che potrebbe rivelare l’esatta posizione del veicolo utilizzato e portare finalmente a galla ogni più piccolo segreto celato in esso. Per questo, l’uomo contatta l’archeologa Nora Kelly, che persuasa dal ritrovare un grande tesoro si butta a capofitto nell’impresa, affrontando orrori che nessuno vorrebbe scoprire a mente lucida e collaborando non senza qualche scontro con l’agente dell’FBI Corrie Swanson, che intreccia il suo lavoro a questa spedizione a causa di misteriosi omicidi su cui si è trovata ad indagare.

Tra realtà e finzione, il duo di scrittori Preston & Child, realizza un nuovo thriller in grado di far luce su fatti realmente accaduti fornendo una lettura di intrattenimento e tensione.

Il ritmo sempre più incalzante della narrazione è dato principalmente dalla caratterizzazione dei personaggi di Nora e Corrie, entrambi dotati di estrema intelligenza ma anche ambizione che li farà scontrare prima e collaborare poi. Hanno in sé un’energia che rende le due donne subito agguerrite all’occhio del lettore, che rimane intrigato dallo sviluppo del loro rapporto oltre che a quello della trama vera e propria.

Gli autori hanno saputo gestire per il meglio gli elementi storici con quelli di fantasia, in un rapporto funzionale che non da fastidio, ma che anzi appassiona gli esterni alla vicenda ad approfondirla maggiormente. Si rimane ingarbugliati in mezzo a omicidio e mistero, con il loro inconfondibile tocco, che affascina in ogni libro nonostante ne abbiano alle spalle parecchi ormai pubblicati. Con Preston e Child si va sul sicuro: le loro opere interessano gli appassionati del genere, che si avventano su una nuova avventura per farla fuori in poche ore. “La spedizione Donner” è un libro leggero e poco impegnativo che però emoziona il lettore donando un intrattenimento unico, come una fuga dal quotidiano verso luoghi inesplorati e puzzle di vicende interessanti da risolvere.

Review Party: Recensione di “Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe” di Grady Hendrix

La vita di Patricia attraversa costantemente dei momenti difficili e carichi di stress. L’unico punto in cui può sfogarsi e in qualche modo fuggire è il gruppo di lettura dedicato al genere crime.

Oltre a ciò, la sua vita viene improvvisamente sconvolta dall’arrivo di James Harris, uomo tanto affascinante quanto misterioso e, per coincidenza, da una serie di tragici eventi che iniziano ad avvenire lì in paese. Patricia è sempre più coinvolta dalle emozioni che James scatena in lei, ma non può fare a meno di pensare anche a ciò che le avviene intorno e che le manda dei segnali di allarme.

Chi è il responsabile della scomparsa di tutti quei bambini?

“Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe” è un romanzo inizialmente positivamente fuorviante, che fa credere di stare per leggere un certo tipo di storia per poi sorprendere e cambiare totalmente direzione. L’autore ha uno stile scorrevolissimo e intrigante, che si adatta perfettamente alle atmosfere macabre da lui create. La tensione del thriller precipita fino al puro terrore del horror, con descrizioni minuziose e taglienti che fanno davvero venire i brividi sulla pelle.

Patricia è una donna comune in cui tutti possono rispecchiarsi e che si trova suo malgrado coinvolta in qualcosa di più grande di lei che potrebbe farle rimpiangere la monotonia che le pesava sullo stomaco.

La lettura è fortemente consigliata, per l’originalità della storia, che si imprime nel cuore e lascia traccia per lungo tempo. Hendrix è un autore sorprendente e meritevole, di cui voglio assolutamente leggere altro da lui scritto.

Review Party: Recensione di “La guerra della scintilla: Vendetta” di Greg Weisman

Dopo la disfatta di Bolas, è tempo per tutti i guerrieri di tornare a una parvenza di normalità. Questo però ha una grande e ovvia conseguenza: ricostruire i pezzi dalle ceneri della battaglia. Il dolore per chi è scomparso richiama vendetta ora più che mai, contro i traditori rimasti che hanno creato uno squarcio interno impossibile da cancellare. Ora è il momento di prendersi le proprie responsabilità e fare ciò che è meglio per il Multiuniverso.

Ispirata al noto brand “Magic: The Gathering”, la storia realizzata da Greg Weisman e qui al suo secondo capitolo è volta ad approfondire il mondo di questa incredibile e famosa saga offrendo un punto di vista innovativo sui personaggi facenti parte dell’ambientazione.

Presa a sé, quella della guerra della scintilla è una storia ben scritta e coinvolgente, con eventi che lasciano senza fiato e un colpo di scena dopo l’altro. Weisman ha dato il suo personale contributo a un mondo molto vasto e molto complesso, costruendo uno scorcio di ambientazione che a mio parere ben si amalgama con gli elementi tipici di Magic.

La storia scorre velocemente regalando agli appassionati una storia piacevole, per quanto in qualche modo diversa da ciò che accade nella serie ludica. Questo non è necessariamente un difetto, soprattutto quando un libro è a prescindere ben scritto e sa catturare l’attenzione del lettore.

Se ancora non conoscevate i libri scritti da Greg Weisman, recuperate “Ravnica” e “Vendetta”, per immergervi nell’affascinante mondo di una delle serie di videogiochi online più seguite di sempre.

Blog Tour: Recensione di “Morgan e l’Orologio senza Tempo” di Silvia Roccuzzo

Nella vita di Morgan, l’avventura è sempre al centro delle sue giornate. Capitano della “Queen Morgan” e piratessa incallita, è alla costante ricerca di tesori da arraffare e imprese all’insegna del rischio da condividere con la propria ciurma. La brama di ricchezza, però, la condurrà ora verso mari inesplorati oltre la sua immaginazione, sia in equilibrio sul pelo dell’acqua che dentro il proprio cuore.

“Morgan e l’orologio senza tempo” è un romanzo che impegna il lettore in un complesso susseguirsi di eventi, che oltre ad essere scorrevoli sono ricchi di particolari su cui l’autrice non ha mancato di soffermarsi. Punto di forza della storia sono i personaggi: la loro caratterizzazione è unica e li rende agli occhi dello spettatore divertenti da seguire, sia nei momenti di calma che in quelli di maggiore pericolo. Morgan è una protagonista che stuzzica l’attenzione del lettore per il suo essere imprevedibile e impulsiva in ogni cosa che fa; mentre John, suo collega per mari, colpisce per la schiettezza e la spavalderia, che ricorda molto capitani ben più noti e altrettanto apprezzati. Il mio cuore comunque è tutto per Juan, vice di Morgan, per la sua complessità e per un’apparenza stereotipata che viene sempre smentita, ma di lui ne ho ampiamente parlato nell’articolo di approfondimento.

Non mancano di essere presentate tematiche che vanno oltre lo spirito di avventura, come l’amicizia e il senso di famiglia che aleggia nella ciurma, il desiderio di conquista e il valoroso sacrificio pur di ottenerla.

Silvia Roccuzzo ha uno stile semplice che sono certa che col tempo e l’esperienza prenderà maggiore forma e personalità, intanto con “Morgan e l’orologio senza tempo” ha dimostrato di poter gestire una storia senza cadere nell’ovvio ma offrendo una sua personale visione sulle opere di avventura a sfondo piratesco.

Review Party: Recensione di “I truffatori” di Jim Thompson

Roy Dillion è alla continua ricerca di metodi sempre più innovativi per sfuggire alla giustizia. Nelle sue scorribande volte ad arricchirlo viene accompagnato da Moira Langtry, che oltre a una notevole affinità vede nell’uomo il compagno perfetto per un colpo grosso, quello che dovrebbe sistemarli a vita.

Ma Lily Dillion, madre di Roy, non rimarrà certo con le mani in mano e farà di tutto per ostacolare la riuscita del piano della donna intrufolandosi a tradimento ancora una volta nella vita del figlio.

Jim Thompson è un autore da cui difficilmente ci si può aspettare qualcosa senza rimanere sorpresi. Ogni suo romanzo è unico e un’autentica novità anche per un palato di un lettore esperto, che si abbandona alla lettura sapendo che ne uscirà assolutamente soddisfatto. “I truffatori” è un noir in cui ogni nota suona melodica al momento giusto e in cui la velata ironia non è inopportuna ma vivacizza la narrazione. Ogni personaggio è costruito alla perfezione e di ognuno se ne apprezzano i pregi e i difetti senza che questi risultino fasulli o artificiosi. Thompson ha uno stile di scrittura che scorre via come un bicchiere d’acqua offrendo però una storia affatto banale e ricca di avvenimenti che si susseguono uno dopo l’altro. Quella creata per “I truffatori” è una realtà all’insegna del crimine, colma di malavitosi e malintenzionati che aumentano la tensione generale senza però sfociare eccessivamente e necessariamente nel drammatico. Anzi, in tutto questo il lettore è sadicamente divertito nel vedere le interazioni tra Lily, Roy e Moira, in una continua lotta intestina volta al proprio personale tornaconto. Ognuno ha un passato da celare che svela silenziosamente ogni più piccola cicatrice incisa sulla e sotto pelle, formando un quadro interessante di anime che vivono alla giornata per difendersi dalle azioni degli altri, fino alle proprie stesse scelte.

“I truffatori” è un romanzo a tinte noir dove la violenza non si spreca ma nemmeno viene edulcorata e in cui lo stomaco deve essere forte non tanto per il sangue versato dal corpo ma da quello che potrebbe sgorgare da molto più nel profondo.