Recensione: “Bjorn – Saga dei Regni del Nord” di Fabrizio Corselli

Un’impresa in bilico tra la vita e la morte sta per stravolgere l’esistenza di Bjorn Hollfarris, impavido avventuriero ed esploratore dei Regni del Nord. L’amore lo conduce verso Ovest, alla ricerca di colei che è sua musa anche nelle notti più tenebrose, ignaro di quanto questo viaggio sconvolgerà e trasformerà corpo e mente. Perché il Regno dei Morti non è certo un luogo di salvezza e sicurezze, ma anzi di incubi e mostri che non mancheranno di ostacolarlo e impedirgli di giungere verso la meta prefissata.

Il caro amico Fabrizio Corselli si occupa da anni di fantasy, mescolando il genere letterario con la mitologia e la poesia, attraverso un lungo processo di lavorazione che richiede a ogni opera uno studio e una cura specifici e dettagliati. Quando ci si trova di fronte a un libro come “Bjorn – Saga dei Regni del Nord” è necessario sapere quanto meticolosa dovrà essere la lettura, per non perdersi alcun passaggio narrativo né ogni significato celato dietro a ciascuna frase. Tutte le parole utilizzate sono frutto della cultura acquisita nel tempo dall’autore, che nel metterle per iscritto vuole trasmettere dei validi insegnamenti, sia simbolici che pragmatici. Essendo questo un fantasy misto alla mitologia nordica è un buon modo per imparare termini specifici dei popoli antichi del Nord, che spesso non si conoscono o ancor peggio vengono travisati da opere ben più popolari e conosciute. La storia di Bjorn si dipana attraverso la forma poetica in un’atmosfera epica e solenne, che ricorda chiaramente i canti che anticipano le più feroci battaglie. Prestando estrema attenzione si può udire il mare impetuoso mosso dalle forti tempeste, percepire sulla pelle la potenza invisibile degli dei e l’umore palpabile degli avventurieri, che alternano il clima di festa a quello degli scontri all’ultimo sangue, di cui l’aria è pregna fino alla nausea. La voce narrante del Cantore trasmette il dolore di un destino funesto che l’ha portato a essere lo spettatore sì di leggendarie imprese ma anche delle più catastrofiche tragedie. La magia, i draghi e altre creature mitologiche aggiungono tridimensionalità al mondo solcato da Bjorn, che nel complesso risulta cupo e quasi soffocante per la quantità di pericoli in cui ci si può imbattere. Al tempo stesso non si può rimanere indifferenti di fronte al fascino e alla bellezza che quegli stessi pericoli rappresentano, perché figli dell’immaginazione sconfinata dell’uomo che non smette mai di stupire e incantare.

L’epica unita al fantasy dovrebbe essere materia di formazione fin dalla tenera età, per aiutare nello sviluppo dei giovani che verrebbero temprati sia nella mente che nel fisico. Quello di Fabrizio, infatti, è un lavoro sopraffino che definirei una vera e propria arte, che unisce il canto al movimento del corpo in una danza che sa disciplinare e rendersi indimenticabile. La sua carriera da Maestro di Canto della Spada si rispecchia in ciò che mette per iscritto, attraverso storie suggestive, dense di avvenimenti che si susseguono tra una parola e l’altra, pregne di intense emozioni che illuminano la parte razionale di ogni lettore. Se siete alla ricerca di una lettura frenetica e leggera, non posso certo dire che questo libro sia il più indicato. Ma se oltre a evadere vi appassiona lo studio di un testo in ogni suo verso, la Saga dei Regni del Nord fa proprio al caso vostro. Vi ricorderà le storie epiche raccontate attorno a un fuoco, mentre l’oratore con maestria interpreta le vicende, svelando la passione viscerale che alberga nel corpo e nell’anima e prefissandosi un nobile obiettivo: migliorare coloro che con meraviglia gli stanno attorno e rapiti lo ascoltano.

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