Review Party: Recensione di “Agatha Raisin: La psicologa impicciona” di M.C. Beaton

L’agenzia investigativa di Agatha Raisin riapre ufficialmente le porte, tra i disastri di una vita sentimentale alla deriva e il tormento sull’innocenza di una persona chiave nell’ultimo caso risolto. Agatha infatti teme che la signora Simple, madre del killer imprigionato, non sia del tutto estranea ai fatti e il timore che qualcos’altro di brutto possa accadere le ingigantisce il seme del dubbio che con prepotenza si impone nei suoi pensieri.

A questo si aggiungono le malelingue messe in giro da Jill Davent, nuova psicologa del paese che ha in cura Gwen, per aiutarla a superare il trauma del figlio arrestato. Jill, infatti, sembra sapere molto del passato di Agatha e usa questo come arma per screditarla e avvicinarsi sempre più alla vecchia frequentazione della donna, James Lacey.
Non vedendo di buon occhio il nuovo acquisto di Carsley, la detective inizia a indagare a sua volta sul passato della signora Davent; ma quando questa viene trovata morta, dovrà fare di tutto per scagionare sé stessa e trovare il vero colpevole.
Punto di forza del libro, e di tutta la serie di libri scritta dalla compianta M.C. Beaton, è sicuramente lei: Agatha Raisin. Un mix tra Jessica Fletcher e Jane Fonda nel ruolo di Grace Hanson, mi sono imbattuta in una donna tutta d’un pezzo che si trova inevitabilmente a fare i conti con il suo aspetto umano e le emozioni, che sul campo lavorativo deve per forza di cose mettere in disparte. Ho adorato al contempo l’impulsività che la spinge ad agire anche nei momenti in cui sarebbe più appropriata la discrezione, per non dire il silenzio totale.
Questo è dato anche dalla mancanza di professionalità in quello che fa, proprio perché, ed è giusto ricordarlo, Agatha s’improvvisa in quello che fa, senza avere comprovata esperienza nel campo dell’investigazione. Questo non è affatto un elemento negativo, anzi, è ciò che l’avvicina di più al lettore medio, che riesce con maggiore presa a immedesimarsi in lei e a fingersi attraverso i suoi pensieri un assistente detective al sostegno della donna. Lo stile di scrittura dell’autrice è semplice, molto scorrevole e soprattutto sorprendentemente frizzante, che nonostante la tensione della storia riesce a intrattenere con spensieratezza e divertimento.
La serie di gialli legata a questo personaggio è formata ormai da ben 26 volumi, che però possono essere letti tranquillamente in maniera indipendente. Pertanto è interessante conoscere la Raisin sia in media res, scoprendo tasselli del suo passato in corso d’opera, sia nella cronologia giusta dei fatti.

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