Recensione: “L’abisso del mito” di Veronica Todaro

« Posò la piccola all’interno del cerchio, estrasse dalla tunica il coltello rituale e le praticò un taglio poco profondo sull’avambraccio. Un urlo proruppe dalle labbra rosee della bimba, mentre lacrime copiose sgorgavano dagli occhi ancora chiusi. Fu solo per un attimo, dopo di che il suo respiro tornò regolare e cadde di nuovo in un sonno profondo. »

Thalise è un’accolita del tempio della Dea Ishtar, eppure sente da sempre di non appartenere davvero al suo popolo. Si sente fuori posto, diversa, si pone domande che forse non dovrebbe porsi. Un sogno inquietante spinge lei e la sorella Anilya ad andare alla ricerca di un antico manufatto che potrebbe svelare un’importante profezia legata alla loro civiltà: la leggendaria Atlantide.
Con una cura e una dedizione alla propria opera sorprendenti, Veronica Todaro trasporta il lettore all’interno di una storia fantastica e ricca di particolari in grado di staccare la mente dalla realtà e inondarla di emozioni.
Lo stile fluente non fa affatto pesare la miriade di particolari che l’autrice ha voluto inserire nel libro, avendo come effetto una lettura piacevolmente impegnativa e godibile. I personaggi sono ben scritti e per nulla stereotipati, ho apprezzato la caratterizzazione della protagonista e dell’intera ambientazione, tanto inusuale quanto originale. Ho adorato l’aspetto esoterico della storia, legato ai rituali di sangue, alla mitologia e a misteriosi oggetti perduti.
“L’abisso del mito” è un viaggio immerso tra fantasia e realtà adatto a giovani e adulti, che conquista grazie al talento di Veronica Todaro, che merita di essere scoperta da più appassionati possibile.

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