Review Party: Recensione di “Binti” di Nnedi Okorafor

« Preferiamo esplorare l’universo viaggiando verso l’interno, piuttosto che verso l’esterno. »
 
Binti vive da sempre nella sua tribù, gli Himbi. Ma sente in cuor suo di non appartenere solo al suo popolo, ma di poter fare molto di più per il suo mondo, grazie alle capacità del suo cervello. Infatti, non solo la ragazza ha un innato talento per la logica, ma ogni elemento matematico e scientifico le si palesa letteralmente davanti, come un qualcosa di fisico che vive attorno a lei. Ma la sua famiglia e il suo popolo non comprendono il suo punto di vista, troppo attaccati a convinzioni che non sono al passo con i tempi e soprattutto con i desideri della ragazza. Per questo decide di scappare, verso la nota e prestigiosa università intergalattica di Oomza Uni, variegato pianeta in cui razze di ogni tipo convivono tra loro. Durante il viaggio viene guardata storto per il colore della pelle e i capelli particolari, per l’unguento otjize che le ricopre la pelle, come a proteggerla e a tenerla in contatto con la sua tribù.

Tutto sembra procedere bene, fino a quando non viene attaccata dalle Meduse, che hanno come scopo quello di sterminare gli umani dei Khoush, dopo il furto di un sacro manufatto a loro molto caro. Coloro che sono presenti sulla navetta spaziale vengono sterminati, lasciando Binti completamente in balia di queste creature. La paura iniziale fa a poco a poco posto alla curiosità e all’empatia, verso un popolo tanto diverso quanto incompreso.
Acclamata da scrittori del calibro di Neil Gaiman e Ursula K. Le Guin, Nnedi Okorafor pare proprio essere una stella nascente nel panorama letterario contemporaneo.
Uno degli aspetti migliori di quest’opera è la creazione di alcune creature sorprendenti, originali ed estremamente interessanti immerse in un’ambientazione a cavallo tra la fantascienza e il fantasy che crea un mix avvincente e che si amalgama perfettamente con l’incredibile eroina presentata.  Binti è un personaggio meraviglioso e ricco di sfaccettature, combattuta tra il bisogno di innovazione e l’attaccamento alle tradizioni della sua famiglia. La decisione di seguire i sogni e le passione le rivoluzionerà l’esistenza in modo del tutto inaspettato, fino a rendere la ricerca di un’ideale giusto e puro la missione imprescindibile. Nonostante l’atmosfera futuristica, le tematiche trattate sono più attuali che mai, come la discriminazione e i pregiudizi nel confronto del cosiddetto “diverso”, che non cambia anche applicando il discorso al concetto di universo. Gli elementi riconducibili alla terra africana che conosciamo noi, sono qui racchiusi in una visione molto interessante, che unisce l’antico al moderno, denunciando situazioni e modi di pensare retrogradi ma che sembrano non voler mai sparire.
La lettura scorre velocemente, lo stile di scrittura è travolgente e intenso nonostante la narrazione in prima persona, che è solita rovinarmi il ritmo. Sono presenti molte scene stimolanti che valorizzano la tradizione e la cultura e che fanno riflettere su come determinate capacità possano potenzialmente risolvere le crisi mondiali di cui ogni giorno sentiamo parlare.

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