Review Party: Recensione di “La bambina del lago” di Loriano e Sabina Macchiavelli

« Un’altra attività occupa il suo tempo: la scrittura. È meno assidua della lettura e si limita alla stesura di appunti che mai riprenderà per ampliarli e dar loro la forma di un romanzo o saggio. Lo sa, eppure non riesce a fare a meno di trasformare in scrittura pensieri, ipotesi, sogni, fantasie e in genere tutto ciò che nasce, si sviluppa, e spesso muore, nella sua mente. »

Questa è la storia di delicati quanto reali avvenimenti. Ha origine, come spesso capita, dalla nascita di un figlio e da una delle decisioni più importanti in merito: scegliere il nome perfetto. Gialdiffa e Astorre amano le favole e ne rimembrano di tanto in tanto i passi. L’illuminazione data da Le mille e una notte, li porta a chiamare la loro piccola in un modo particolarmente curioso: Aladina.
La bambina cresce con la meraviglia del mondo negli occhi. Ma la scomparsa prematura della madre, porta lei e il papà a Paese Nuovo, sugli Appennini. Qui non c’è anima che non abbia conosciuto Gialdiffa, tutti sono così pronti ad accogliere la famiglia distrutta dalla perdita e a rivedere in Aladina qualcosa della donna. Per la bambina non è affatto facile affrontare il dolore e il cambiamento. Si sente inadatta a ogni situazione, fuori luogo in mezzo a persone che non conosce e che pensano di conoscerla. 
Ad andarle in salvo sarà qualcosa di incredibile e inaspettato: la foresta e i suoi abitanti le parlano e la comprendono, come ormai da tempo non sentiva. Leggenda, tradizione, realtà si mischiano in un connubio mistico e a tratti magico verso la ricerca della serenità e del futuro.
In “La bambina del lago” ho trovato una freschezza e spensieratezza che da tempo non vedevo in un libro. Le introduzioni ai capitoli e le descrizioni delle scene mi hanno ricordato in qualche modo la leggerezza e la spontaneità che spesso hanno caratterizzato i racconti di Italo Calvino, che con semplicità veicola dei messaggi molto potenti. Loriano e Sabina fanno esattamente questo: attraverso gli occhi dell’innocenza affrontano tematiche positive e negative che descrivono il ciclo di una vita, arricchendola di esperienze e lezioni che colpiscono il lettore, lasciandolo riflettere a ogni capitolo e così, fino al finale.

Esistono tanti libri che trattano argomenti legati all’infanzia, l’adolescenza e i traumi che possono intaccare la crescita. Sicuramente “La bambina del lago” rappresenta un tassello prezioso e meritevole per parlare di questi temi in un modo originale e piacevole.

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