Review Party: Recensione di “La Quinta Stagione” di N. K. Jemisin

« E quando i ricognitori torneranno e riferiranno della devastazione che – come sai – troveranno a Sume, e dei sopravvissuti che – come sai – non troveranno, o almeno non in grande numero, non sarà più possibile negarlo. Resterà posto solo per la paura. E le persone spaventate cercano capri espiatori. »

Immaginare un futuro post-apocalittico non è così semplice come potrebbe sembrare. Le ispirazioni, ormai, sono molte, ma una storia riesce a spiccare tra il mucchio quando viene raccontata in un modo tanto originale da conquistare i lettori.

Questo è ciò che accade con “La Quinta Stagione” di N. K. Jemisin. L’Immoto è la terra devastata che l’uomo nei secoli ha contribuito a mandare in rovina. Antiche, ormai, sono le memorie del passato prospero. Ora ciò che conta è sopravvivere ai cataclismi che si abbattono puntualmente e che spazzano via i brandelli di quotidianità come neve al sole.

Simbologia, credenze e sovrannaturale si intrecciano fino a creare la civiltà attuale, in cui Yumenes cerca di emergere e comandare l’Impero.

Il libro ha una complessa struttura narrativa, suddivisa in tre parti. Tre, come le donne protagoniste, in tre luoghi differenti e in tre fasce temporali ben distinte. La lettura diventa una caccia all’ipotesi migliore che possa far comprendere come costoro siano legate l’una all’altra. Credetemi, non ci arriverete tanto facilmente. Ogni esperienza di vita che s’incontra nel romanzo è intrigante, così come scoprire il nuovo modo di pensare degli esseri umani, rassegnati ad una condizione prettamente di sopravvivenza, ma che non scorda di puntare il dito contro ad ogni occasione.

Fulcro della storia, infatti, è l’orogenia, il potere di controllare a piacimento le catastrofi naturali. Essun, Damaya e Syenite fanno parte di questa minoranza in schiavitù, sfruttata solo per il momento del bisogno ma odiata se per errore non riesce a contenere le scosse sismiche o le eruzioni.

L’impatto ambientale è un altro elemento fondamentale dell’opera perché rappresenta il nostro fallimento, il non aver agito correttamente nei confronti della natura quando ce n’erano ancora le possibilità. Si palesa un futuro drammaticamente verosimile, pensando a tutte le campagne ambientaliste che da decenni tentano di far ragionare invano l’uomo.

Lo stile della Jemisin è la vera magia. Trainante e coinvolgente, ad ogni pagina cresceva sempre più in me il desiderio di raggiungere il suo livello di scrittura e poter stilare una storia intensa emotivamente e capace di far riflettere.

Sono felice che questo sia solo il primo libro di una trilogia, credo che ormai di questa scrittrice non potrò più farne a meno. “La Quinta Stagione” si posiziona a mani basse tra le mie letture preferite di quest’anno.

Blog Tour: “È così che deve andare” di Stefania Calvellini – Le protagoniste

“È così che deve andare” è una storia di amore, imprevedibilità e forza interiore.

La vicenda ruota attorno a due giovani donne, Alice e Veronica. In apparenza non hanno nulla in comune diversi chilometri separano le loro vite. Ma una cosa è certa: entrambe vivono con gioia, guardando al futuro e rincorrendo i propri sogni. Possono contare sul sostegno delle proprie famiglie, per qualsiasi cosa sanno di non essere sole.

Alice convive a Milano con l’uomo che ama e con cui crede condividerà ogni giorno. Vogliono sposarsi, allargare la famiglia e anche se il quotidiano non sempre è semplice vivono proiettati verso questi positivi progetti.

Veronica sprizza di gioia quando scopre di essere ammessa all’università di Venezia. Questo la porterà lontano dalla sua Modena e dai suoi famigliari, che con orgoglio la appoggiano, nonostante la distanza che li separerà. Ma la ragazza è convinta delle possibilità di carriera che le si presenteranno così facendo e anzi, è pronta ad impegnarsi anima e corpo per ottenere una delle prestigiose borse di studio.

Eppure, tutte e due si troveranno ad essere sole quando il dolore si presenta loro davanti, senza avvisare e scombinando ogni piano fatto fino a quel momento. Affrontare una grave malattia, così come un incidente stradale, disorienta e sconvolge a tal punto da non essere più in grado di ragionare con lucidità. Ci si chiude in sé stessi, tentando di tenere tutti e tutto all’esterno. Per proteggersi, ma anche per proteggere chi vorrebbe stare accanto.

Il dolore, spesso, unisce le persone nonostante la distanza, perché esperienze e sentimenti comuni creano un’empatia speciale che può davvero fare la differenza tra l’arrendersi e il ricominciare a vivere.

Così, Veronica e Alice si incontrano. In un modo talmente inusuale e particolare per cui saranno unite per sempre. Il dolore quando arriva è inspiegabile, ma è necessario affrontarlo per una nuova e decisiva svolta. I fatti succedono per una ragione, purtroppo è impossibile prevederli e impedirli. L’unica speranza è trovare uno spiraglio di luce per andare avanti, continuare a vedere la bellezza nel mondo e ammettere che le cose prendono una certa direzione per un motivo. Perché così devono andare.

Blog Tour: “La Quinta Stagione” di N. K. Jemisin – Il mondo chiamato Immoto

Amo, dei libri che leggo, l’emozione travolgente che nasce, cresce e mi accompagna anche successivamente alla lettura. Questo mi fa capire se davvero un’opera è meritevole e quanto sia in mio dovere diffonderne la bellezza.
Grazie alla Mondadori, oggi vi parlo in anteprima di “La Quinta Stagione” di N. K. Jemisin, vincitrice di tre Premi Hugo, ovvero il riconoscimento letterario più importante per i romanzi fantasy e fantascientifici.
In particolare, questo articolo tratta un approfondimento sull’ambientazione in cui la storia è calata. La  mia recensione uscirà nella giornata di domani.

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Blog Tour: “Anarchy” di Megan DeVos – Il mondo dopo la Caduta

Benvenuti nella terza tappa del libro scritto da Megan DeVos, dedicata al worldbuilding in cui la storia è ambientata.
La civiltà come la si conosce ora non esiste più e il mondo è conseguentemente andato in pezzi. Questo è lo scenario apocalittico che viene presentato in “Anarchy”. 
I potenti sono crollati sotto le loro stesse risorse, facendo collassare l’economia, riducendo le città in cenere e costringendo l’umanità a vivere una quotidianità retrograda rispetto allo standard raggiunto fino a quel momento. La Caduta rappresenta un punto d’inizio drammatico ma inevitabile. Ha in sé il suono delle bombe che cadono, il sapore del sangue di chi cerca disperatamente un riparo, il volto freddo e inespressivo di chi, invece, non ce l’ha fatta. 
La gente è costretta a sopravvivere, aggregandosi in villaggi, combattendo gli uni contro gli altri per possedere quante più provviste possibili. mentre l’elettricità, le medicine e quel poco di tecnologia che resta scarseggiano sempre più. Le città, ormai in rovina, non sono più sicure, ora popolate soltanto dai Bruti, i più spietati e pronti a tutto pur di avere salva la vita. La fiducia nel prossimo è soltanto un ricordo lontano, perché ora attaccare gli altri accampamenti è la priorità assoluta.
Proprio in una di queste operazioni di saccheggio, Hayden e la sua squadra lasciano il proprio campo, Blackwing, il più letale, per raggiungere quello di Greystone, sperando in un ricco bottino. Il ragazzo non può immaginare che ciò che di lì a breve sarebbe diventato più prezioso per lui è Grace, misteriosa donna che le punta l’arma contro e che ha un’unica regola, così come tutti: se si trova un nemico dentro il campo, lo si uccide. 

Blog Tour: “Una volta è abbastanza” di Giulia Ciarapica – L’importanza della famiglia

“Una volta è abbastanza” di Giulia Ciarapica è una storia dove dramma, gioia e amore s’intrecciano fino a far nascere emozioni e riflessioni nel lettore che si appresta alla lettura. 
C’è un elemento fondamentale nel libro, che spicca ed è traino delle azioni dei personaggi: il legame famigliare. L’agonia straziante della guerra si riflette nella necessità di rimanere uniti e nell’affrontare il futuro, ciò che c’è dopo, con la certezza di non essere soli. Ci si sforza di tornare ad un quotidiano semplice, ripetitivo, ma tranquillo e senza troppe preoccupazioni. Così, si viene catapultati nella vita di tre famiglie: Betelli, Verdini e Bigini. In un piccolo paese come Casette d’Ete è normale che ci si conosca bene o male tutti, che la gente mormori, che i fatti vengano presto alla luce: la conseguenza più solita è la rottura o congiunzione dei rapporti. Una famiglia dovrebbe essere la certezza massima per ogni persona, e anche quando non è presente sai che potrà essere sempre con te. Un po’ come il filo rosso del destino, se vogliamo.
I Betelli e i Verdini si collegano irrimediabilmente con l’unione tra Giuliana e Valentino. Questo è qualcosa di inaspettato, ma tanto intenso e reale da poter sconfiggere anche le più grosse difficoltà che negli anni i due dovranno affrontare. I bei momenti, come un matrimonio o una dolce attesa, si uniscono a eventi devastanti, come la rottura di un rapporto o una morte improvvisa. E quando un membro non ce la fa a sostenere il peso, arrivano in soccorso tutti gli altri per alleviare la sofferenza. Come per Rita, che con i Betelli non ha legami di sangue, il cui fulcro esistenziale diventa la tristezza e l’ossessione per la famiglia Bigini, in grado di devastarla per anni, trova come unico appiglio il rapporto di amicizia che ha con Giuliana e Annetta e che le da forza quando anche lei stessa crede di non avere più energie per arrivare al giorno seguente. Spesso, ricchezza e povertà, possibilità e impedimenti, mentalità retrograde e progressiste, sono poli così opposti che non riescono a trovare un punto d’incontro, facendo ricadere le conseguenze dello scontro su chi in quel momento è il più debole. 
Il rapporto più interessante narrato nel libro è sicuramente quello tra le sorelle Betelli, Annetta e Giuliana. Come nel più classico dei legami fraterni, le due donne sono l’una l’opposto dell’altra: intraprendente e selvaggia la prima, seria e riflessiva la seconda. Sono quasi sempre alle prese con qualche discussione, come viene ribadito dalla scrittrice, ma sembra non esserci nulla che possa separarle davvero. Ma quando ci si mette in mezzo il fallimento e il tradimento, la mente viene annebbiata dall’odio e dal dolore, le parole si perdono nel vento, fino a scomparire. E il legame si spezza davvero, come quel paesino ancora dilaniato dalle conseguenze della guerra. Le finestre rotte, le facciate delle case annerite, tutto diventa lo specchio di un amore morente, destinato a spegnersi. Solo quando si mette da parte tutto e si fa il primo passo si può ricominciare a guardarsi negli occhi e a comunicare. Anche se per questo ci si può impiegare anni, non è mai troppo tardi per ottenere il perdono da una parte e saper far cadere il muro attorno al cuore dall’altra.
Questo e molto altro lo troverete descritto in “Una volta è abbastanza” di Giulia Ciarapica. Date una possibilità a questa storia e alla sua meravigliosa creatrice, non ve ne pentirete di certo.