Review Party: Recensione di “Forse la felicità” di Egidio Mariella

« Mi ha raccontato che, se ha imparato una cosa dalla storia con Davide, è che è importante bastare a se stessi, innanzitutto. Bisogna essere indipendenti, dice. Anche nella felicità. »

Si possono fare una miriade di riferimenti a componimenti famosi per tentare di spiegare il significato della parola felicità. Ma spesso, per non dire sempre, non si riesce mai a centrare il punto, perché per ogni esperienza vissuta dovrebbe esistere una citazione tutta sua.
Quel che dovrebbe essere certo è che la felicità è una delle massime aspirazioni a cui puntare. Dopo la scuola, dopo l’università, dopo aver trovato lavoro. Dopo essere diventati adulti, si deve giungere alla felicità.
Ma Alessio e Luca si trovano in quel limbo che caratterizza i trent’anni dove è l’insoddisfazione ad accompagnarli nelle giornate, facendoli vacillare ancora una volta sulle decisioni prese fino a quel momento. 
L’imprevisto è sempre dietro l’angolo, e quello di Alessio si chiama Sara. Sara che l’ha lasciato per seguire il sogno di andare a vivere in Inghilterra. Sara che ha impacchettato la loro storia e l’ha fatta recapitare da un’amica. Sara, che in quel momento ha reso Alessio il più malfidente e disilluso in amore.
Nell’amore Luca invece ci crede eccome: sa che prima o poi la ragazza perfetta per lui busserà alla porta, non ha bisogno di affannarsi o preoccuparsi in merito.
L’amicizia unisce i due protagonisti e li solleva, consolandoli e consolidando il loro rapporto a fronte dei dubbi, della sofferenza e delle difficoltà.
“Forse la felicità” ha il suo punto di forza nel modo in cui lo scrittore racconta la storia. Mariella narra con estrema delicatezza ma al tempo stesso profondità i problemi comuni che affliggono l’animo umano, arrivando ad ogni lettore in un modo totalmente differente l’uno dall’altro e toccandolo personalmente, come se stesse parlando di tutti coloro che si ritrovano a leggere le pagine di questo libro ricercando, ancora una volta, la felicità agognata. Proprio sul finale ci si rende conto quanto la meta sia importante a fronte di un lungo percorso. Lo scrittore cerca di preparare all’impatto conclusivo, che stupisce, sconvolge, smarrisce, ma inevitabilmente strappa un sorriso. Proprio lì, stretto tra le labbra, è racchiuso il vero significato del continuare ad alzarsi ogni giorno dal letto per ricominciare a vivere.

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