«Fai come gli altri. Divertiti. Stringi i denti. Passa in fretta.»

Avere una finestra da cui osservare il futuro in costruzione potrebbe essere un grande privilegio. Oppure una grande maledizione, a seconda dei punti di vista. Perché molto spesso quello che ci attende non è esattamente ciò che speriamo di trovare.

Con curiosità ci si addentra, così, tra i racconti di Stefano Tevini, che con innato sadismo scava nella mente dei lettori alla ricerca delle paure più recondite. Ecco che la curiosità si trasforma ben presto in raccapriccio e disgusto, per tutti gli avvenimenti a cui impotenti assistiamo.

Furti, omicidi, reality, torture. Contesti differenti che hanno come unico denominatore il marcio che emerge dalla terra e si diffonde sotto forma di azioni deplorevoli e pensieri impuri. D’altronde, cosa ci si può aspettare da una realtà in cui ogni tipo di arte è diventata improvvisamente illegale?

Si anela alla libertà d’espressione, quando in verità è molto più comodo essere uniformati, omologati come bestie tenute in gabbia e in attesa del proprio destino. Ci si sente inermi ma anche stupidi al pensiero che un certo tipo di futuro potrebbe essere evitato, se solo si osservassero con attenzione i segnali.

La pagina bianca si colora di nero catrame: affidandoci ai sensi ne possiamo percepire perfino l’odore acre. Tra rappresentazioni di attimi eterni e situazioni ben più congeniate, Tevini mostra quali sono le nostre possibilità, mettendo in chiaro che nulla, comunque, sarà roseo. “Riassunto delle puntate precedenti” va preso a piccole dosi per non rimanerne inghiottiti e per avere il tempo di riflettere su cosa fare, prima che tutto questo passi dall’essere finzione a una drammatica verità.