#OTTER VALENTINE – Day 3 – “Soppy. Una storia d’amore” di Philippa Rice

Decidere di cosa parlare oggi è stato molto difficile. Ci sarebbero talmente tante opere da nominare che ho passato praticamente tutto il giorno a chiedere consiglio alla pagina bianca che mi fissava da dentro lo schermo.
Alla fine, in preda all’esaurimento nervoso, ho iniziato a guardare immagini su Google. Non è stata una vera e propria ricerca, fatto sta che ad un tratto mi è giunta l’illuminazione. Parlerò in seguito di tutto quello che per quest’occasione ho dovuto accantonare, quello che voglio fare ora è incantarvi senza bisogno di spiegazioni.
Oggi, per la categoria graphic novel, vi parlo di “Soppy. Una storia d’amore”, dolcissima opera di Philippa Rice edita in Italia per Edizioni BD. 
Nella vita di coppia ne succedono di ogni, che siano cose belle, che siano cose brutte. Lo sa bene l’autrice stessa, che riporta su carta piccole vicende personali della sua vita amorosa. Vignetta dopo l’altra, viene a formarsi una serie di “situazioni tipo” in cui chiunque che abbia avuto una relazione può rispecchiarsi e in cui chiunque desidererebbe ritrovarsi.
Le immagini semplici, senza pretese ma d’immediato impatto fanno comprendere a chi le guarda che non c’è bisogno di fare grossi gesti per dimostrare all’altro il proprio amore. A volte una coperta da dividersi, leggere un libro insieme, una carezza, valgono più di tutto e trasformano le giornate negative in positive.
Se volete fare (o farvi) un regalo perfetto per S. Valentino, trovate il fumetto al seguente link

#OTTER VALENTINE – Day 2 – “Lei” (Her) di Spike Jonze

« Nessuno di noi è uguale ad un attimo fa, e non dovremmo cercare di esserlo perché è troppo doloroso. »

In questo secondo appuntamento dedicato all’amore, il protagonista è il mondo cinematografico.
Il film che vorrei portare alla vostra attenzione è giunto nelle sale italiane il 14 marzo 2014, candidato a cinque premi Oscar e vincitore come miglior sceneggiatura.
Il film in questione è “Lei” di Spike Jonze.
La storia è ambientata a Los Angeles, in un futuro prossimo venturo in cui la società vive a stretto contatto con la tecnologia e i computer, tramite apparecchi come auricolari e dispositivi vocali. Il protagonista, Theodore Twombly, è un uomo solo e chiuso in sé stesso, che lavora in un’azienda come redattore di lettere accorate, romantiche e malinconiche per conto di terzi. Sentimenti che lui stesso prova, ricordando amaramente i momenti felici passati con la moglie prima della separazione.
Le sue giornate passano monotone, se non per l’incontro con una coppia di colleghi e amici e qualche occasionale notte di sesso telefonico per nulla soddisfacente.
Fino al giorno in cui l’uomo decide di acquistare “OS1”, il primo sistema operativo d’intelligenza artificiale capace di evolversi attraverso l’esperienza. Non si tratta di un semplice dispositivo, proprio per questa caratteristica si può in tutto e per tutto parlare di coscienza.
Lei, l’intelligenza, decide di chiamarsi Samantha. L’unica in grado di ascoltare e comprendere Theodore, aiutandolo ad interrogarsi sulla sua vita, sul vuoto che sente dentro di sé e sull’incapacità di creare nuovi legami affettivi. Di rimando Theodore inizia a confidarsi con lei, sempre di più. Fino ad ammettere la sua disperata solitudine e ad intraprendere con Samantha una vera e propria relazione, ricambiata.
Questo potrebbe risultare inquietante, sbagliato. Ma l’abilità narrativa di Jonze nel rappresentare ogni momento che i due protagonisti passeranno insieme di lì a poco, non può fare altro che infondere nello spettatore un sentimento positivo, tanto da far pensare che in fondo questo rapporto non sia così tanto sbagliato. Perché è vero, naturale, umano.
Ma Samantha è qualcosa in più. Va oltre i concetti che stanno alla base della nostra mentalità, superando la stessa e raggiungendo l’irraggiungibile.
La gelosia, e tutti gli altri sentimenti che provava inizialmente, svaniscono, fino alla comprensione di un amore più vasto che non ha nulla a che fare con il mondo materiale e che quindi, Theodore, non può davvero comprendere. Non gli resta che prendere il coraggio a due mani e relazionarsi con ciò che sta sul suo stesso piano, fino ad essere in grado di scrivere lettere d’amore, quelle che a lungo ha tenuto per sé, ed inviarle.
Joaquin Phoenix, che personalmente ricordo come Commodo nel film colossal de “Il Gladiatore”, riesce ad esprimere la sensibilità del personaggio in maniera impeccabile.
Particolarità del film è che la protagonista, Lei, non apparirà mai nel corso della storia. Lo spettatore imparerà a conoscerla semplicemente attraverso colei che le presta la voce: Micaela Ramazzotti, per l’adattamento in italiano. Ho preferito di gran lunga l’interpretazione di Scarlett Johansson in lingua originale: l’attrice è stata in grado di trasmettere vere emozioni solo grazie al timbro caldo e dolce della sua voce.
Uno dei film più emozionanti e sensibili che io abbia visto finora e credo l’unico, su tutti, che sappia comunicare quale sia il vero nucleo e significato dell’amore.

#OTTER VALENTINE – Day 1 – “Love” di Judd Apatow, Paul Rust, e Lesley Arfin

« Non te lo dice mai nessuno. Nessuno ti prende da parte e ti avvisa: «Ehi, perché tu lo sappia, le relazioni sono una fottuta bugia.». Quindi tu continui a credere a questa maledetta illusione di una storia d’amore che evolve e diventa migliore e… ma perché ci fanno questo? Da dove vengono queste bugie? Sai che ti dico? Io so, lo so, dalle canzoni e dai libri e dai film ovviamente. »

Con oggi siamo ufficialmente entrati nella settimana subito precedente al tanto amato e odiato S. Valentino. Personalmente è una festa che non mi ha mai fatto impazzire, ma nemmeno l’ho mai ripudiata.
Quello che voglio proporre, in quest’occasione, è un articolo al giorno, che tratti di questo tema nelle sue diverse sfaccettature e attraverso diversi strumenti di comunicazione, fino al fatidico 14 Febbraio.
Grazie a chiunque vorrà seguire questo percorso.
Oggi parleremo di serie tv. Come posso non nominare “Love”?
Titolo: 
“Love”
Genere: Comedy
Paese: Stati Uniti
Stagioni: 1
Status: IN CORSO


“Love” è una serie statunitense creata da Judd Apatow, Paul Rust, e Lesley Arfin per la piattaforma Netflix e andata in onda dal 19 Febbraio 2016 per un totale di 10 episodi per la prima stagione. Questa è un’occasione, inoltre, per informarvi che la serie è stata rinnovata per una seconda stagione che verrà trasmessa dal 10 Marzo 2017.

“Love” è un gioiellino di serie tv di cui ingiustamente se ne parla troppo poco.
La storia ruota attorno alle vicende amorose di Mickey Dobbs (interpretata da Gillian Jacobs, conosciuta per il ruolo di Britta Perry in quella geniale serie tv che è “Community”) e Gus Cruikshank (interpretato da Paul Rust, sceneggiatore e attore della stessa). Lei ragazza ribelle e spudorata, lui timido, impacciato e pieno di insicurezze.
Apparentemente troppo diversi, con una vita troppo diversa. Pare impossibile perfino un loro incontro. Ma è proprio in una casuale giornata al supermercato che i loro destini iniziano ad intrecciarsi.
Fin qui tutto chiaro. Fin qui, forse, è una cosa già vista. Ma cosa rende “Love” tanto originale ed adorabile?
Dimenticatevi di tutte quelle romanticherie classiche dei film d’amore e preparatevi ad una commedia divertente, frizzante e soprattutto realistica. 
“Love” mostra quanto sia obbiettivamente complesso trovare l’amore, coltivarlo e portare avanti un rapporto tra due persone nonostante le difficoltà e le diversità. 
Mickey e Gus sono due sbandati, ognuno a modo proprio, ma con fragilità interiori che man mano emergono. L’atteggiamento di uno verso l’altra è in continua evoluzione, in un modo per niente banale e scontato.
Molto più dei conflitti fra i due, sono i conflitti interiori che suscitano l’interesse dello spettatore.
Gus è un insegnante di sostegno per giovani attori ma insoddisfatto, in quanto vorrebbe ardentemente diventare sceneggiatore, senza riuscirci. Un ragazzo ingenuo, ma che fa di questo la sua forza.
Mickey vive un po’ alla giornata, ha un carattere dominante e forte, nonostante ci sia qualcosa nel suo animo che continua a pizzicarla, rendendola in realtà una donna molto più insicura e fragile di quanto si pensi. Troverà il coraggio per tirare tutto fuori?
Entrambi gli attori non solo sono incredibilmente bravi, ma sono soprattutto spontanei e credibili nei panni dei due protagonisti; tanto da riuscire e volerti immedesimare in ognuno di loro. Il ritmo è incalzante anche nei momenti in cui la trama non va avanti. La serie tv non annoia, ma fa rimanere incollati allo schermo fino all’ultima scena.
Non manca l’atmosfera delicata dell’amore, che giunge in punta di piedi, e quel lato tenero e romantico che ti strappa un sorriso appagato e commosso di fronte allo schermo.
Non mi aspettavo di rimanere tanto colpita da una storia d’amore, un progetto nato senza pretese ma che inaspettatamente ti ritrovi a consigliare e volerne ancora e ancora. Da una situazione negativa nasce un appiglio positivo. Nel peggio c’è sempre qualcosa di buono. Gli opposti sono diversi, ma a volte capita che riescano ad attrarsi.

Recensione: “Paranoid Boyd” di Andrea Cavaletto

« Quello che dentro mi sentivo, quello che mi costringevano a negare era diventato reale. Ma in quel modo… quello non lo avrei mai immaginato… »

Mi è bastato scorrere gli occhi sull’introduzione per capire che questa storia avrebbe lasciato dentro di me la sensazione di malessere e disagio che mi porta, ora, a consigliarne caldamente la lettura. 


Sto parlando di “Paranoid Boyd”, pubblicato dal 2015 da Edizioni Inkiostro. Erano ormai anni che seguivo silenziosa questa casa editrice, in attesa dell’occasione giusta per riuscire a leggere almeno uno dei molteplici fumetti da loro stampati che tanto mi attirano grazie alle favolose ed inquietanti copertine.

Quando, con sorpresa, ho ricevuto la mail di Andrea Cavaletto, il quale mi proponeva di leggere la sua opera, non ho potuto fare a meno di accettare. 

Ho trovato fin da subito, con l’autore, la giusta sintonia. Nell’introduzione, appunto, mette nero su bianco un concetto in cui io mi ci sono subito rispecchiata: “Mi prende l’ansia. Sarà perché sono un po’ paranoico.”.
Chiunque può capire, anche chi mente a sé stesso. Quest’opera è dedicata a tutti noi, perché tutti hanno i propri demoni da tenere a bada.

Cavaletto presenta, quindi, quello che è il suo alter ego e protagonista: William Boyd, uomo dall’apparente carriera di pittore un tempo in ascesa, che precipita in una spirale di tormento e droga dopo la tragica esperienza dell’11 Settembre.  Come se non bastasse, l’unico legame che ha ancora con la sua ex compagna è la figlia malata terminale, costretta in un letto d’ospedale. Infine, a complicare il tutto: un misterioso marchio sul petto e una setta di rapitori di bambini dall’ambiguo orientamento religioso. 

In questo realistico quanto tragico scenario, fa capolino l’elemento horror che distorce la realtà in maniera disturbante e pungente per reinterpretarla come se fosse un’altra dimensione, parallela a quella che è la percezione umana. L’immaginazione di Cavaletto non ha limiti (e non vuole averne) e il talento dei disegnatori che lo accompagnano in ogni albo lo mostra, letteralmente, sulla carta.

La narrazione ha momenti statici alternati a scenari frenetici. Ogni elemento rappresentato è essenziale per la buona riuscita e comprensione della storia: dalle sei pagine del numero 0 al quarto albo spin off che pone una pausa tra la prima stagione e il seguito.

Diventa spontaneo chiedersi chi sia William Boyd ed è chiaro fin da subito che non ci sia una vera risposta a questa domanda. Sarà giusto compatire e giustificare un uomo dal passato difficile?  Il lettore s’immerge nelle profondità di un animo oscuro, senza essere in grado di condannarlo davvero. Di fronte a quanto viene affrontato, esiste un’unica e giusta reazione? Affronteremmo una quotidianità fatta d’orrore e paranoia proprio come William si ritrova a dover fare?

William Boyd e
l’invasata”Mamma Therese”.
Non aggiungo altro.

Non è una lettura che posso consigliare a tutti. Al di là della scabrosità di certe tavole, il modo in cui viene affrontata la religione potrebbe colpire in negativo chi al tema è sensibile ed è giusto avvisare del rischio.

Ma in tutto questo ho solo raschiato la superficie, per comprendere al meglio le vicende è ovvio che sia necessario recuperare i fumetti usciti. Infondo, non ho anticipato nulla del finale.

Ringrazio di nuovo Andrea Cavaletto per la fiducia e auguro a tutti un buon viaggio all’interno delle proprie angosce.