Recensione: “Canterà il gallo” di Rosanna Spinazzola

« Se non cambio solo perché ho paura di perdere tutto, sarei come un pulcino che non vuole distruggere il suo uovo perché lo ha abbellito con dei quadri, un bel paio di tende di mussola e una stufetta nuova. Se vuoi rinascere devi distruggere un mondo. Non c’è nessun altro sistema. »


Leggere dell’ipotetico futuro del mondo è sempre un po’ dura da digerire. La sensazione di inquietudine e disagio è sempre una costante; uno schiaffo emotivo e morale che tutti dovrebbero provare per comprendere che ogni azione ha una sua conseguenza, moltiplicata nel tempo, all’infinito. Pensare che il disastro avverrà quando non saremo più fisicamente presenti su questa terra è solo il primo di tanti ragionamenti egoistici.
Questa è la storia di chi le conseguenze di tali azioni le deve vivere sulla propria pelle: nascono nelle menti delle tormentose domande, quelle che portano gli esseri umani a cambiare e muoversi iniziando un proprio cammino; come la donna dal volto e il nome sconosciuti, perfino al lettore che dall’alto la osserva.
Il suo viaggio è una corsa contro la crudeltà di chi è più forte, una lotta per rivendicare la propria libertà e non essere ingiustamente catturata. 
La sua forza è la consapevolezza di non essere sola: il figlio che porta in grembo la sprona ad attraversare il bosco per cercare il fratello, ormai da tempo allontanatosi da casa. 
Ad attenderla nel cuore della natura, l’ignoto e lo spettro invisibile dei ricordi.

Diversi sono gli scrittori conosciuti proprio per questo genere di narrativa, la distopia. Chi più chi meno ha contribuito dando la personale interpretazione sull’umanità del proprio presente, proiettata nel futuro.

Attraverso il suo primo libro, “Canterà il gallo”, Rosanna Spinazzola centra perfettamente l’obiettivo con una storia originale e godibile, nonostante la drammaticità che non abbandona mai le pagine. Viene presentato un mondo arido e impoverito, che per quanto inventato risulta verosimile e plausibile, utilizzando un linguaggio vasto e una ricca terminologia che sempre più raramente, purtroppo, caratterizzano un libro.
L’immedesimazione nella sua creatura è inevitabile, tanto da chiedersi se sarebbe davvero possibile riuscire a sopravvivere fin dove la donna giunge: sopportare le ferite, il freddo e la stanchezza, tornare in salute senza medicine, procacciarsi il cibo come gli animali selvatici.
Quello che è certo è la volontà di proseguire il viaggio e sostenerla, fino ad affrontare l’inaspettata conclusione.
Acquistatelo, leggetelo e fatelo leggere. Preparatevi ad attendere anche voi il canto del gallo.
Trailer di presentazione: