Recensione: “Shadowhunters” di Cassandra Clare


« Qualcosa, in quella statua, solleticava la memoria di Clary con inquietante familiarità. C’era una data incisa sul basamento, 1234, e attorno a essa le parole: NEPHILIM: FACILIS DESCENSUS AVERNI. – Quella sarebbe la Coppa Mortale? – chiese Clary.
Jace annuì. – E quello è il motto dei Nephilim… dei Cacciatori.
– Cosa vuol dire?
Il sorriso di Jace fu un lampo bianco nell’oscurità. – Significa “Cacciatori: strafighi in nero dal 1234”.
– Jace…
Significa – disse Geremia – “La discesa all’Inferno è facile”.
– Carino – disse Clary. La sua pelle fu percorsa da un brivido, nonostante il caldo. »

Questa è una recensione un po’ particolare, diversa da quelle che ho scritto finora. Non parlerò di un libro soltanto, ma farò un excursus attraverso la saga urban fantasy che mi ha accompagnato da circa 10 anni a questa parte.
Sto parlando di “Shadowhunters” una serie di libri scritti dalla talentuosa Cassandra Clare. Sebbene ci siano pareri contrastanti a riguardo, ho con questa storia un legame affettivo talmente intenso che mi porta a definirla una delle poche, se non in assoluto, storia di questo sottogenere fantasy che riesco a seguire e ad apprezzare davvero.
Nonostante abbia ultimamente il piccolo timore che la Clare rischi di tirare troppo la cinghia, per me i suoi libri hanno fin da subito rappresentato una garanzia. Il mio timore è però dovuto alla quantità di libri ambientati nello stesso mondo che piano piano stanno andando ad accumularsi; ma al momento, la scrittrice è riuscita a mantenere alto il livello delle sue opere con idee innovative e sorprendenti.
Al momento, la serie è così composta:
.Shadowhunters (The Mortal Instruments)
La serie principale e più lunga, composta da ben sei libri e ambientata a New York nei primi anni del 2000.
-Città di Ossa
-Città di Cenere
-Città di Vetro
-Città degli Angeli Caduti
-Città delle Anime Perdute
-Città del Fuoco Celeste
.Shadowhunters – Le Origini (The Infernal Devices.)

Trilogia ambientata a Londra nell’epoca vittoriana, con personaggi differenti e pubblicata dopo Città di Vetro, alternandosi di anno in anno con gli altri libri di The Mortal Instruments. I titoli sono:

-L’angelo
-Il principe
-La principessa
Shadowhunters – The Dark Artificies (The Dark Artificies)
Trilogia ancora inedita, ambientata a Los Angeles nel 2012, cinque anni dopo gli avvenimenti narrati in Città del Fuoco Celeste.
-Lady Midnight (in uscita il prossimo 8 marzo, in Italia sarà disponibile dal 15 marzo con il titolo “Signora della mezzanotte”)
-Lord of Shadows
-The Queen of Air and Darkness
Shadowhunters – The Last Hours
Trilogia ambientata nel 1903 successiva agli avvenimenti della trilogia vittoriana. Al momento sono disponibili solo i titoli:
-Chain of Thorns
-Chain of Gold
-Chain of Iron
Shadowhunters – The Wicked Powers
Trilogia che, salvo altre decisioni, completerà l’intera saga (considerando che nel lontano 2007 Shadowhunters veniva pubblicizzata come trilogia, tutto può succedere con la nostra Cassandra). Della storia si hanno poche informazioni, se non che è ambientata pochi anni dopo The Dark Artificies con protagonisti due ragazzi omosessuali.
Ad accompagnare ed arricchire questo mondo sono stati inoltre creati i seguenti libri:
-Shadowhunters – Pagine rubate: una breve raccolta di racconti che riprende fatti della serie principale con punti di vista e spunti diversi da quanto già scritto.
-Shadowhunters – Il Codice: più che una storia è il manuale dei Cacciatori. All’interno sono raccolte immagini, appunti, la classificazione dei demoni e delle rune e molto altro. Una piccola chicca, per i più curiosi (e ossessionati).
-Le Cronache di Magnus Bane: una raccolta di 10 racconti scritta in collaborazione con altri scrittori, narra le vicende di Magnus Bane, il potente stregone che più volte arriva in soccorso degli altri personaggi (con grande carisma ed eccentricità; il mio personaggio preferito in assoluto).
-Le Cronache dell’Accademia Shadowhunters: una raccolta di 10 racconti scritta in collaborazione con altri scrittori, narra le vicende di un personaggio (di cui preferisco non fare il nome) all’interno dell’accademia.
Per i neofiti, consiglio come cronologia di lettura l’ordine di pubblicazione dei libri: benché, ad esempio, tra The Mortal Instruments e The Infernal Devices ci siano secoli di differenza, ci sono degli elementi ricorrenti che intrecciano elegantemente le due storie in un filo conduttore che letto in altro modo non darebbe le stesse emozioni.
La protagonista della serie principale, quella su cui mi soffermo brevemente, è Clary Fray, comune quindicenne newyorkese che, presa la decisione di trascorrere una serata al Pandemonium Club, si ritrova ad essere testimone di un omicidio: la vittima è quel ragazzo dai capelli blu che tanto l’aveva attratta. I colpevoli, degli adolescenti con rune tatuate sul corpo e spade di cristallo. Ben presto scoprirà un mondo che per tanto tempo le è stato celato, e che i ragazzi di quella sera, gli Shadowhunters, sono cacciatori di demoni.
Sono maggiormente affezionata ai personaggi e alle vicende di The Mortal Instruments, ma ho apprezzato di più l’ambientazione vittoriana (come tutte le volte in cui mi ritrovo a leggere qualcosa ambientato in quell’epoca); l’atmosfera gotica e gli elementi steampunk si sposano alla perfezione con la storia narrata.
Nel 2013 è uscito inoltre nelle sale cinematografiche “Shadowhunters – Città d’ossa”, l’adattamento del primo libro con protagonisti Lily Collins e Jamie Campbell Bower. A fronte dei riscontri negativi e dei bassi incassi, la produzione dei seguiti è stata quasi subito cancellata. 
FOCUS ON “SHADOWHUNTERS – THE MORTAL INSTRUMENTS”


Questo post è stato scritto oltretutto in occasione dell’uscita, lo scorso 12 gennaio, della serie tv ispirata alla saga. Nuovi registi, nuovo cast. E, purtroppo, nuova storia.

Bisogna ammettere che siano state date innumerevoli occasioni a questa saga, molte più di quante siano state date ad altri prodotti di altrettanta, se non superiore qualità. Eppure, anche non volendo avere aspettative, il mio responso è per l’ennesima volta negativo, tanto da affermare che per certi versi il film sia stato migliore.
Capisco l’intenzione di voler avvicinare alla storia sia persone che hanno letto i libri che non, offrendo diversi elementi rispetto a ciò che è stato scritto, un po’ come accaduto con prodotti come The Walking Dead e Game of Thrones. Proprio per questo, già prima della messa in onda, sapevo di non dover avere aspettative, né nutrire speranze.
Ma in ogni caso, dopo cinque minuti del pilot, non ho potuto fare a meno di rimanere perplessa e scuotere la testa ripetutamente. Non si può negare che gli attori scelti siano di bella presenza scenica e aspetto, ma il livello recitativo dei più è abbastanza alle prime armi, quasi troppo impostato. Katherine McNamara e Dominic Sherwood non mi convincono per niente nei panni di Clary e Jace. Più tollerabili sono stati Matthew Daddario e Emeraude Toubia (i fratelli Lightwood) e Alberto Rosende (nel ruolo di Simon Lewis) nonostante abbia apprezzato di più la performance di Robert Sheehan nel film.
Le vicende che si susseguono vengono presentate in maniera troppo frenetica, alcune scene sono completamente no sense (Jocelyn che per il diciottesimo compleanno della figlia le regala uno stilo, però poi tiene a precisare che vuole ancora tenerle nascosta la verità. Cioè, scusa?)
Si sa, comunque, che questo è un prodotto che non ha come obiettivo la perfezione, il produttore Ed Decter ha voluto fin da subito metterlo in chiaro. Ma al tempo stesso, si nota immediatamente che la serie manca di mordente e che viva del fatto che “tanto i fan la guarderanno comunque”. Questo però va a scontrarsi pesantemente con l’intenzione spiegata poco più in alto; la prova lampante è il calo di ascolti che ha caratterizzato la seconda puntata.
Detto questo, continuerò comunque la visione della serie per avere un quadro più completo della storia e degli attori nei rispettivi ruoli.
A tutti i fans: prendetela per quello che è. Se anche Cassandra Clare è stata d’accordo sulle modifiche attuate per questo adattamento, è giusto che venga comunque rispettato sia il lavoro fatto, ma soprattutto le decisioni prese dalla creatrice stessa di questo oscuro mondo.

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